Overdose D’Amore World Tour: Zucchero torna all’Albert Hall e festeggia 40 anni di carriera

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Zucchero Sugar Fornaciari Overdose d'amore Tour 2024
Zucchero Sugar Fornaciari Overdose d'amore Tour 2024 (copyright Carlota Figueras)

Con il suo Overdose D’Amore World Tour Zucchero festeggia i 40 anni di carriera e torna a Londra, ospitato per la seconda volta dall’Albert Hall. Nelle tre serate consecutive (30 marzo, 31 marzo, 1° aprile 2024) Sugar Fornaciari porterà il dono che nessun re Magio è stato mai in grado di portare: un’overdose d’amore anche per te.

Qui il link ufficiale per acquistare il biglietto.

La musica di Zucchero ha il potere di connettere generazioni

Ricordo le mani di mio padre tamburellare sul volante della macchina carica di vestiti. I quasi tre mesi di vacanze estive si passavano alla casa dei nonni in campagna, e per raggiungerla prima che il traffico esplodesse sulla Salaria, partivamo presto. Toccava velocità insopportabili per mia madre, e la tensione lungo la strada si assottigliava fino a sparire solo grazie alla musica. La musica di Zucchero Sugar Adelmo Fornaciari.

La musicassetta da viaggio partiva con Il mare impetuoso al tramonto salì sulla luna e dietro una tendina di stelle…

Cantavamo il ritornello insieme, e la mia fantasia da bambina volava al pensiero di una magica tendina di stelle, lontana dal significato reale del testo. La musica di Zucchero ha sempre avuto in casa mia questo potere di connessione, spesso del tutto assente, tanto da diventare l’alfa e l’omega dei miei ricordi felici.

Zucchero Sugar Fornaciari Overdose d'amore Tour 2024
Zucchero Sugar Fornaciari Overdose d’amore Tour 2024 (copyright Daniele Barraco)

Mio padre da bravo musicista adorava la sua musica, il suo moto di ribellione, l’insolenza, la voce graffiata, i gilet indossati sul palco, i quali probabilmente hanno ispirato la mia di collezione.

Papà aveva diviso il garage in due: una parte ricca di cianfrusaglie che finivano inesorabilmente per sapere di muffa, l’altra dedicata alla sala musica, insonorizzata dai cartoni delle uova, dove tutt’oggi tiene come una reliquia la sua batteria Ludwig bianca laccata.

Gli adolescenti scelgono scientemente di non avere un cazzo in comune con i genitori, è cosi che gira il mondo. Ma siccome il Jester del blues (e non il re, perché quella è la natura di chi se ne è sempre fregato dei giochi di potere e per controparte ha tentato di salvare il giovane dall’azione cattolica) ha fatto e continua a fare magie con la sua musica, io e mio padre ci ritrovavamo a parlare di lui, a cantare le sue canzoni, a caricare a palla l’impianto stereo la domenica mattina con Celeste, fino ad arrivare a sera, piangendo diamanti.

Trovare uomini della sua generazione che parlano apertamente di depressione è raro, e lui si è esposto, l’ha fatto

Di Zucchero se n’è detto e scritto tanto, tra meritate lodi e spregevoli macchine di fango. L’ultima, densa intervista di Aldo Cazzullo e Pasquale Elia per Il Corriere mi ha confermato la sua capacità di creare un legame viscerale sia come musicista Zucchero che uomo Adelmo con chi l’ascolta, andando al di là del linguaggio universale della musica.

Dietro quella tendina di stelle Zucchero ci ha nascosto tutte le sue paure, la sua depressione, l’amore per Bukowski che come me e tanti altri lo riportava forse a rileggere Post Office per non sprofondare nell’orrore della dissociazione, e prendere forza da chi ha ingoiato tantissimi bocconi amari prima di farcela a fare scopa tra il dentro e il fuori di sé.

E allora anche i mostri sacri hanno paura? Ovviamente la risposta è si. L’iniziale rifiuto dai salotti della musica dopo il ”flop” a Sanremo, il divorzio con la moglie Angela, la gogna mediatica sono più che bocconi amari da ingoiare, è la vita. E quando sei schiacciato da un quieto sopravvivere l’unica cosa che puoi fare è tornare ad ascoltarti, ad amare, a cantare la vita. Save us blues when we have the blues.

Trovare uomini della sua generazione che parlano apertamente di depressione è raro, e lui si è esposto, l’ha fatto. Consapevolmente o meno, ha riunito il dentro e il fuori di sé includendoci tutti, e solo per questo merita un gigantesco grazie.

Overdose D’Amore World Tour Zucchero per festeggiare i suoi 40 anni di carriera all’Albert Hall

Ma oggi è ancora possibile partire dal suonare l’organo di una chiesa, contare sull’appoggio degli amici, di un po’ di (s)fortuna e anche strafottenza per far valere il prorpio talento? Scado nella retorica ma, pur vivendo a Londra, la mecca europea della musica, e avendo la fortuna di vedere moltissimi concerti di musicisti indie e di vivermi in diretta la loro difficoltà, temo per la musica.

Fortunatamente il tempo e le sue logiche non la riguardano, e quando non sono io ad andare a cercare la musica è lei che viene da me: con il suo Overdose D’Amore World Tour Zucchero festeggia i 40 anni di carriera e torna a Londra, ospitato per la seconda volta dall’Albert Hall. Nelle tre serate consecutive (30 marzo, 31 marzo, 1° aprile 2024) Sugar Fornaciari porterà il dono che nessun re Magio è stato mai in grado di portare: un’overdose d’amore anche per te.

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Silvia Pellegrino
Silvia è una scrittrice italiana, nata e cresciuta a Roma, e attualmente residente a Londra. Si è appassionata alla scrittura fin da quando era bambina, e ha iniziato a comporre poesie all'età di dieci anni. Cresciuta in una famiglia matriarcale, ha sviluppato un interesse per l'universo femminile, che ha ispirato il suo libro di racconti 'The Spoons'Tales'. Quest'ultimo, ancora in lavorazione, racconta le donne, indagando diversi temi: dalla sessualità al rapporto con il proprio corpo; dall'amore alla morte. Appassionata sia di letteratura che di cinema, ha scritto la sceneggiatura del cortometraggio di video-poesia 'The Molluscs Revenge', diretto e prodotto dalla società di produzione video @studio_capta, nel 2020. Silvia ha individuato nella videoarte e nella videopoesia il perfetto contenitore di contenuti dove far incontrare linguaggi diversi, percepiti come strumento di analisi interpretativa in grado di reificare le diverse sensibilità artistiche, trasformandole in immagini poetiche. Ha collaborato inoltre con il quotidiano nazionale online @larepubblica e la rivista @sentieriselvaggi scrivendo diversi articoli e recensioni cinematografiche dal 2012 al 2016. Nel 2020 il suo racconto “Una lupa mannara italiana a Londra” è stato uno dei vincitori del concorso di scrittura @IRSE RaccontaEstero.

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