Leconfield lecture: l’amore per l’Italia incontra la nuova National Portrait Gallery

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L’annuale Leconfield lecture della British Italian Society ha ospitato il direttore della National Portrait Gallery Nicholas Cullinan.
L’annuale Leconfield lecture della British Italian Society ha ospitato il direttore della National Portrait Gallery Nicholas Cullinan.

L’annuale Leconfield lecture della British Italian Society ha ospitato il direttore della National Portrait Gallery Nicholas Cullinan.

La prima fas edella Leconfield Lecture oragnaizzata dalla British Italian Society all’Istituto italiano di Cultura di Londra: in primo piano la direttrice dell’Iic Katia Pizzi.

La National Portrait Gallery, un gioiello inglese che ama l’Italia raccontato alla Leconfield lecture della British Italian Society

Se ci fossero stati ancora oggi dubbi sul fatto che l’apprezzamento della cultura italiana trascenda ogni frontiera, la Lenconfield lecture organizzata la scorsa settimana dalla British Italian Society li ha spazzati via tutti.

Quello che si è respirato all’Istituto Italiano di Cultura, che ha ospitato l’evento più importante dell’anno per la Bis nella sua sede di Belgravia, è un vero e proprio amore per il Bel Paese condiviso da italiani ed inglesi così come dagli ospiti di ogni nazionalità.

Sicuramente il tema della serata, l’ormai prossima riapertura della National Portrait Gallery e l’influenza italiana su quella importante istituzione britannica, ha aiutato a percepire questa passione condivisa.

Già dal breve discorso di benvenuto offerto da Katia Pizzi, direttrice dell’Iic di Londra, e dall’introduzione del chairman della Bis Richard Northern, è traspirata la sensazione che l’avvicinarsi della riapertura della Gallery rappresentasse un momento speciale condiviso fra gli amanti dell’arte italiana nel mondo.

A guidare i presenti attraverso l’evoluzione dell’iconico museo londinese è stato il suo direttore, Nicholas Cullinan, grande e appassionato conoscitore di arte ed architettura Italiana.

Il percorso scelto da Cullinan nel condividere il nuovo design e la nuova (seppur fedele al l’originale) identità della National Portrait Gallery è partito dall’architettura del museo.

Oltre a preservare l’influenza italiana sulla facciata principale della Gallery, che riprende l’Oratorio di Santo Spirito di Bologna e Palazzo Medici Riccardi a Firenze, sono molte le novità ancora segrete che gli spazi riscoperti dello storico edificio di Trafalgar Square offriranno ai visitatori che torneranno a riempire le gallerie nella prima metà del 2023.

Le novità della National Portrait Gallery: spazi più ampi per apprezzare l’arte del ritratto

Una fase della conferenza del direttore della National Portrait Gallery Nicholas Cullinan alla Leconfield Lecture della Italian British Italian Society.

Sebbene la National Portrait Gallery stia tenendo ben nascosti dagli occhi del pubblico i dettagli del nuovo progetto, la Leconfield lecture ha svelato i concetti chiave che hanno guidato il processo di ristrutturazione delle gallerie.

Si tratta, per certi versi, di una riscoperta della bellezza originale dell’edificio, che nel corso degli anni era stata man mano occultata da diversi interventi più o meno condivisibili da un punto di vista estetico. La riscoperta, proprio da parte di Cullinan e della sua squadra, di stupendi pavimenti coperti da diversi strati di materiale aggiunto nel tempo è stata una vera e propria rivelazione fondamentale per lo sviluppo di una nuova National Portrait Gallery che fa dello spazio la sua arma vincente.

Un ritorno al passato con lo sguardo rivolto al futuro, insomma, con soffitti più alti dopo la rimozione delle pavimentazioni più recenti ma anche un’ottimizzazione dell’utilizzo delle sale, concepite come gallerie e nel tempo tramutatesi, in alcuni casi, in uffici. La nuova vita delle stanze della National Portrait Gallery sarà quindi quella originalmente concepita per esse, donando un nuovo respiro alla ricchissima collezione.

A contribuire alla sensazione di apertura e spazio, ha spiegato Cullinan alla Leconfield Lecture, sarà anche la luce naturale, che tornerà a riempire gli atri e le gallerie, cosa che non accadeva dalla Seconda Guerra Mondiale quando i lucernari e molte finestre vennero chiuse per proteggerle dai bombardamenti.

Le nuove caratteristiche della National Portrait Gallery vedranno dunque l’illuminazione naturale protagonista, trasformando il museo in uno spazio moderno nella valorizzazione dei suoi elementi originali.

Leconfield lecture: il Covid, i lavori ed un museo che non si ferma, arrivando anche a Roma

Il progetto di ristrutturazione del museo, iniziato nel 2020 con la chiusura per la pandemia, è stato un balzo nel vuoto per la direzione, che ha saputo cogliere l’occasione per poter dare una nuova identità ad un’istituzione culturale che cominciava a sapere di vecchio.

Si è trattato di un grande rischio, come d’altronde lo è qualunque chiusura prolungata, che però anche con l’aiuto del Covid è passato (quasi) inosservato, creando grande anticipazione per la riapertura.

Nel frattempo, il lavoro della National Portrait Gallery in ambito culturale non si è fermato. Sono molte le iniziative portate avanti negli ultimi due anni, delle quali Cullinan si è detto particolarmente soddisfatto. Fra queste “Coming Home”, che ha visto l’esposizione di numerose opere del museo in luoghi rilevanti per i soggetti raffigurati.

“In questo modo,” ha spiegato Cullinan, “i ritratti non esistono più solamente nel contesto del nostro museo, ma interagiscono con il luogo in cui si trovano in una maniera colma di significato”.

Fra i progetti portati avanti, uno ha anche toccato l’Italia. Si tratta di “Virginia Woolf e Bloomsbury: Inventing Life”, in esposizione fino a febbraio 2023 presso Palazzo Altemps a Roma.

Un grande successo dunque per la Leconfield lecture della British Italian Society, che ha portato molta attenzione verso le emozionanti novità che la National Portrait Gallery offrirà alla sua riapertura fra pochi mesi. Un’occasione per riflettere sull’importanza dell’Italia negli ambienti culturali globali, ed anche per riscoprire, a suo tempo, i tesori della penisola custoditi nel celebre museo britannico.

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