Alba Rohrwacher a Londra per Tre Piani, dove è “in bilico tra la follia e la realtà”

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Alba Rohrwacher arriva a Londra per presentare due film al festival del Cinema Made in Italy. Londra Notizie 24 l’ha incontrata in esclusiva per parlare di Monica, il suo personaggio in bilico tra la follia e la realtà.

Alba Rohrwacher arriva a Londra con l’eleganza che la contraddistingue, pronta a presentare al pubblico inglese ben due film che la vedono protagonista: Tre Piani di Nanni Moretti e Il Paradiso del Pavone di Laura Bispuri.

Alba Rohrwacher è Monica in Tre Piani, “in bilico tra la follia e la realtà

È proprio per parlare del suo ruolo in Tre Piani, premiato dal pubblico di Cannes con 11 minuti di applausi e prossimo all’uscita nelle sale del Regno Unito, che l’abbiamo incontrata alla prima serata del festival del Cinema Made in Italy. Nel film di Moretti, Alba interpreta Monica, che abita con il marito al secondo piano della palazzina borghese intorno a cui ruotano le vicissitudini dei protagonisti. È con lei che si apre la prima immagine del film, con la sua corsa contro il tempo per dare alla luce la figlia Beatrice. Il marito non c’è, come non ci sarà per gran parte della storia. Quella di Monica è una lotta contro la solitudine e contro i fantasmi che essa le provoca.

Monica è questo personaggio in bilico tra la follia e la realtà, nel senso che vive dei momenti in cui le sue proiezioni sembrano reali, e quindi fa molta fatica a capire il confine tra ciò che è reale e ciò che è immaginato. Questo è il conflitto del personaggio, che teme di essere vittima della patologia che scopriremo avere la madre. Non è una patologia propriamente femminile, pur colpendo Monica, la madre e forse anche la figlia“, racconta Rohrwacher a proposito del ruolo.

L’esperienza con Nanni Moretti, “un incontro meraviglioso”

Per lei, come per il collega presente in sala Riccardo Scamarcio, è la prima volta a lavoro con Nanni Moretti. Dopo la proiezione al Ciné Lumière di South Kensington, i due improvvisano un simpatico sketch sul modo diverso di approcciare il modo di lavorare del famoso regista. Quella che per Scamarcio è stata una lotta per portare un po’ di caos nel mondo di un perfezionista, per Alba è invece un’esperienza racchiusa in tre parole: “un incontro meraviglioso“. 

Nanni è un regista conosciuto all’estero da sempre con La stanza del figlio, con cui ha vinto anche la Palma a Cannes, dove è molto amato. L’accoglienza comunque per tutti noi del cast è stata meravigliosa, e l’incontro con Nanni altrettanto meraviglioso. È un regista molto esigente, che ha richiesto tanto a noi attori. Ma a me è piaciuto moltissimo mettermi in discussione e in gioco, indossando i panni di questo personaggio cosi complesso“.

Al contrario di Scamarcio, Alba Rohrwacher è arrivata alle audizioni molto preparata sulla storia del film. Ma ci è voluta la magia della sceneggiatura di Moretti per portarla ad immaginarsela da Israele all’Italia.

Questa storia nasce a Tel Aviv, dal libro di Eshkol Nevo, e Nanni l’ha trasposta a Roma. All’inizio non riuscivo a immaginare come avrebbe potuto fare, perché conoscevo il romanzo e la mia immaginazione non mi portava a vederlo a Roma. Invece poi quando ho letto la sceneggiatura ho capito come Nanni, con le sceneggiatrici Vaia Santella e Federica Pontremoli, abbia centrato in pieno il cuore del romanzo, senza tradirlo ma riuscendo a rendere questa storia credibile in un contesto completamente diverso, ovvero trasportandola da Israele all’Italia.

L’ implicita idea freudiana che accompagna il film

Poiché ha letto il romanzo, chiediamo alla Rohrwacher la sua interpretazione della storia, soffermandoci su Freud. Se si sceglie questo livello di lettura, quella di Monica è una grande sfida: riuscire a rappresentare la realtà, ma anche il mondo della follia, senza perdersi in uno o nell’altro. È il piano freudiano dell’Es, contrapposto al Super Io, che abita il terzo piano e rappresenta la razionalità assoluta, e quello sottostante dell’Io, in preda agli istinti più profondi.

Quella freudiana è un’interpretazione del romanzo e del film. Secondo me è un film che ha molti livelli di lettura, uno è anche questo, ovvero l’Io, l’Es e il Super Io, e ognuno di noi abita un piano. Certamente c’è stata un’intuizione, un riferimento, non come cardine ma presente. Sopratutto nella costruzione del mio personaggio, che deve affrontare questo rapporto particolare con la realtà. Andare a conoscere cosa significa Es, nel mio caso, era importante. Ma credo sia un film che racconta questo ma racconta anche tanto altro, quindi c’era questa consapevolezza ma non ci siamo concentrati su questo nel corso delle riprese. Non è stato fatto per raccontare questo, pur facendolo. Il racconto dei personaggi infatti è molto profondo, parla della stratificazione dell’anima, pur non decidendo con Nanni ‘stiamo raccontando il piano dell’Io, dell’Es, ecc’. Ma è un’idea che ci ha accompagnato tutti“, risponde Rohrwacher.

 

 

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