Arte russa cancellata, nel Regno Unito lo spettacolo non può continuare

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A seguito dello spettacolo a scopo benefico della Royal Opera House per l’Ucraina, che ha presentato una delle composizioni più celebri del balletto classico, il Lago dei Cigni, analizziamo le ripercussioni che le azioni del Cremlino hanno avuto sull’arte russa.

Sanzioni anche alla cultura, arte russa cancellata

A partire dal 24 Febbraio, giorno in cui il presidente russo Vladimir Putin ha iniziato l’invasione dell’Ucraina, il mondo occidentale si è unito contro il nemico comune: la Russia. Sanzioni economiche, militari e contro la classe oligarchica sono state messe in atto, in particolare da parte di Europa e Stati Uniti. Anche l’alta cultura, storicamente il fiore all’occhiello russo, è stata duramente colpita. Concerti di musica classica, esibizioni di balletto e spettacoli di provenienza russa sono stati rimandati indefinitamente.

Royal Opera House, il confine tra supporto e cancellazione

La Royal Opera House ha manifestato il suo supporto per l’Ucraina organizzando concerti e spettacoli a fondo filantropico. Ieri sera, 5 maggio, è andato in scena il celebre Lago dei Cigni. In dimostrazione di rispetto, dal 28 febbraio la Royal Opera House illumina l’edificio dei colori della bandiera ucraina ogni sera e l’orchestra suona l’inno nazionale dell’Ucraina prima di ciascuna performance.

 

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Nonostante il sostegno positivo nei confronti di Kiev, la Royal Opera House è una delle istituzioni che ha cancellato le performance riconducibili alla Russia. Il Balletto del Bolshoi di Mosca avrebbe dovuto cominciare il tour estivo del Lago dei Cigni alla Royal Opera House, prima che iniziasse la guerra in Ucraina. Il Bolshoi è una delle più antiche e prestigiose compagnie di balletto del mondo.

“Una stagione estiva del Balletto del Bolshoi alla Royal Opera House era agli stati finali dell’organizzazione”, ha dichiarato la Royal Opera House. “Sfortunatamente, a causa delle attuali circostanze, la stagione ora non può proseguire”.

I ventuno spettacoli che dovevano entrare in scena dal 26 luglio al 14 agosto sono stati cancellati. Il Bolshoi è storicamente utilizzato come vetrina culturale russa sponsorizzata dal Cremlino. Infatti, il governo del presidente Putin aveva nominato Vladimir Urin, il direttore del Balletto del Bolshoi.

Soppressione del regime di Putin, non dei russi 

“Il nostro dissidio non è con la popolazione russa, ma con il regime di Putin e le spaventose conseguenze umanitarie dell’invasione dell’Ucraina, ha dichiarato Alex Beard, direttore della Royal Opera House.

Beard precisa che la Royal Opera House non forzerebbe mai i propri artisti a dichiarare dissidio nei confronti del Cremlino. “Non richiediamo dichiarazioni di purezza ideologica da parte di nessuno. Non sarebbe appropriato caricare il peso di difendere o criticare le azioni dello stato su un individuo”.

 

Royal Opera House

 

Similarmente alla Royal Opera House, anche il Teatro Helix di Dublino ha cancellato il Lago dei Cigni del Balletto Reale di Mosca “per essere solidali con la popolazione ucraina”. L’Hippodrome di Bristol, la Playhouse di Edimburgo, il Nuovo Teatro di Peterborough, il Gran Teatro di Wolverhampton e il Reale e Derngate a Northampton hanno revocato il tour del Balletto Statale Russo della Siberia.

Tchaikovsky: un uomo dell’occidente, bannato

L’Orchestra Filarmonica di Cardiff ha cancellato un concerto di Tchaikovsky a causa del conflitto. L’Overture 1812 di Tchaikovsky è famosa per il fuoco di cannone che celebra la vittoria russa su Napoleone.

Linda Robinson, direttrice dell’Orchestra Filarmonica di Cardiff, giustifica la disposizione dicendo che “non ha nulla a che vedere con le origini russe di Tchaikovsky. Ma ha molto più a che fare con la nostra decisione che sarebbe stato inappropriato presentare un concerto infocato su temi militari in un periodo come quello che stiamo attraversando”.

Nel diciannovesimo secolo, Tchaikovsky era un uomo dell’occidente secondo i nazionalisti russi. Divenne in seguito il padre fondatore dell’Accademia di Kiev. Di conseguenza, bannare la musica di uno dei geni della composizione mondiale è stato definito da molti un gesto “inappropriato e irragionevole”.

Boicottare la cultura russa stopperà la guerra?

Bandire la cultura ed esercitare una cancellazione dell’arte russa “è una logica contorta”, afferma Maksym Tymoshenko, Presidente dell’Accademia Nazionale Ucraina di Musica a Kiev “La Russia di Putin non ha nulla a che fare con la cultura dell’impero russo. Bannarla non farà un favore a nessuno”.

A prescindere dalla nazionalità, l’alta cultura può oltrepassare i confini e unire i popoli. “Il Lago dei Cigni e di conseguenza gli iconici pezzi di repertorio sono per tutti”, aggiunge il direttore della Royal Opera House.

Pietro Nigro
Pietro Nigro
Giornalista professionista, napoletano, con esperienza di giornalismo su carta, in tv e sul web, nonché di comunicazione e nel mondo dell'impresa. Ha lavorato soprattutto a Napoli dove si è occupato di economia e politica per il Roma, il Denaro e il Corriere del Mezzogiorno. Ha curato uffici stampa e attività di comunicazione istituzionale, tra gli altri, per il parlamentare europeo Ernesto Caccavale, l'Ordine degli Ingegneri di Napoli, l'Associazione nazionale Consulenti tributari di Napoli, il Consorzio nazionale Acciaio, Anida onlus e Itaca ong. Come direttore responsabile, ha fatto nascere l'emittente televisiva calabrese Rete 3, e, come vicedirettore, il nuovo sito di informazione www.scelgonews.it. In precedenza è stato socio fondatore di una nuova impresa di bricchettaggio di lignite in Bashkortostan, di una cooperativa di diversamente abili a Napoli e della prima società italiana di condohotel a Chianciano (Siena). Attualmente collabora con il Sole 24 Ore. Nell'autunno 2015, raccoglie e rilancia l'ennesima sfida professionale: avviare www.Italianotizie24.it, una nuova iniziativa editoriale dal "basso", nata cioè dallo sforzo congiunto di un gruppo di giornalisti di varie parti d'Italia che decidono di "mettersi in proprio" per far nascere il "loro" giornale.

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