Il governo britannico rinvia l’introduzione dei nuovi controlli doganali sui prodotti importati dall’Ue. L’Ice: Più tempo alle imprese per prepararsi.
Prodotti importati dall’Ue, slitta l’avvio dei nuovi controlli doganali
Slittano i nuovi controlli doganali che il governo del Regno Unito vuole introdurre dopo la Brexit sui prodotti importati dall’Ue e che avrebbero dovuto iniziare il prossimo primo luglio. Si tratta di una decisione di grande interesse per le tante imprese italiane la cui attività è collegata proprio alla importazione di prodotti, soprattutto quelli del settore Food, che possono così “approfittare” del rinvio per prepararsi meglio.
La notizia arriva direttamente dal Governo britannico, attraverso il ministro per le Opportunità della Brexit e l’efficienza del governo, il conservatore Jacob Rees-Mogg, che il 28 aprile scorso ha risposto al Question time del Parlamento di Londra. Ed è stata raccolta dall’Ufficio Brexit dell’Ita, la Italian Trade Agency di Londra, che l’ha segnalata prontamente alle imprese italiane attive nel Regno Unito.
Vediamo allora di comprendere le conseguenze dell’annuncio del ministro Rees-Mogg, che ha fatto il punto sul procedimento di reintroduzione dei controlli doganali alle frontiere britanniche. Procedmento che viene sospeso perché “Le imprese britanniche e le persone che svolgono la loro vita quotidiana sono colpite dall’aumento dei costi causato dalla guerra russa in Ucraina e dai prezzi dell’energia. – ha detto il ministro al Parlamento – Sarebbe quindi sbagliato imporre nuovi oneri amministrativi e rischiare interruzioni ai porti e alle catene di approvvigionamento. I restanti controlli sulle importazioni delle merci dell’UE non saranno più introdotti quest’anno, facendo risparmiare alle imprese britanniche fino a 1 miliardo di sterline di costi annuali“.
Si tratta delle varie procedure di controllo sulle merci in arrivo dall’Unione europea, che il governo intendeva introdurre dopo la Brexit e che avrebbero dovuto entrare in vigore a partire dal prossimo 1 luglio.
I nuovi adempimenti includono i controlli sanitari e fito sanitari che riguardano soprattutto il food, sia per uso umano che animale, sia sotto forma di prodotti di base, sia di cibi preparati, delle varie dichiarazioni di sicurezza e certificazioni samtarie di questi prodotti, nonché dei controlli sui prodotti soggetti a restrizioni e divieti (come nel caso delle carni refrigerate).
Lungo è l’elenco dei prodotti e delle merci coinvolte dal nuovo sistema di controlli, perché si va dagli animali e dai prodotti animali agli animali vivi, ai sottoprodotti e ai mangimi per animali, da cibi come pesce ed uova, pollame, frutta e verdura, ai prodotti composti, fino alle piante e ai prodotti a base di luppolo.
L’introduzione di questi controlli ovviamente investe sia gli operatori aommerciali e della logistica, sia gli stessi uffici pubblici che devono riorganizzarsi ed attrezzarsi per svolgere i controlli che saranno spostati dalla destinazione dei prodotti ai posti di frontiera. In particolare, il governo sta studiando l’introduzione di un complesso sistema informatico per gestire i controlli.
Ed è probabile che sia proprio lo sviluppo delle procedure e dei sistemi informatici di controllo che richieda più energie del previsto, anche se il ministro ha rassicurato che “il governo sta accelerando il nostro programma di trasformazione per digitalizzare i confini della Gran Bretagna, sfruttando nuove tecnologie e dati per ridurre attriti e costi per aziende e consumatori. Questo è un nuovo approccio per una nuova era, poiché la Gran Bretagna massimizza i vantaggi dell’uscita dall’UE e mette in atto le giuste politiche per il nostro commercio con il mondo intero. L’introduzione dei controlli a luglio avrebbe replicato i controlli che l’UE applica al loro commercio mondiale. Ciò avrebbe introdotto controlli complessi e costosi che sarebbero stati poi modificati in seguito alla consegna del nostro programma di trasformazione. Le sfide che questo Paese deve affrontare hanno sottolineato che questa non è la cosa giusta da fare per la Gran Bretagna.
Che sia necessario o meno, comunque, l’esponente del Governo ha anche assicurato che quest’anno non saranno introdotti ulteriori controlli sulle importazioni di merci dell’UE.
Invece, in autunno, sarà pubblicato un Target Operating Model, un modello operativo che definirà il nuovo regime di controlli frontalieri sulle importazioni che sarà però introdotto alla fine del 2023 e riguarderà sia le merci in arrivo dall’Ue sia dal resto del mondo.
“Per tanti aspetti Brexit è diventata una sorta di never ending story – spiega la responsabile del Desk Brexit di Ita, Gabriella Migliore – e francamente non ci aspettavamo che proucesse così tante scosse di assestamento. Quindi l’unica soluzione per le aziende italiane è di sfruttare questo periodo di transizione per prepararsi meglio per quando le misure di controllo saranno effettivamente introdotte“.
Rinvio dei controlli, operatori italiani favorevoli
La decisione del governo di rinviare l’introduzione dei controlli doganali, in fondo, non sorprende gli imprenditori italiani che operano nel Regno Unito, che accettano quindi con favore il rinvio al 2023.
“E’ chiaro che si tratta di controlli e procedure complessi – spiega ad esempio Giorgio Poggio, Ceo dell’impresa d logistica Aprile Uk – perché alla frontiera si devono assicurare controlli di ogni genere, da quelli finanziari a quelli statistici, e soprattutto a quelli igienico-sanitari. Per cui se il governo britannico non è pronto, ha fatto bene a prendere tempo. Ed è comprensibile che non voglia aggiungere ulteriori problemi e costi alle imprese, che già vengono dalla tremenda catastrofe del Covid, che per esempio ha messo in ginocchio l’intera logistica mondiale”.
E non è da escludere che le aziende abbiano tirato un sospiro di sollievo, perché l’insieme dei vari tipi di regolamentazioni, certificazioni e controlli, anche tecnici, che si vogliono introdurre, è piuttosto complesso, e far slittare tutto di un anno e mezzo permetterà anche agli imprenditori oltre che ai regolatori britannici di prepararsi meglio al nuovo regime doganale.