Lo spettacolo di Vinicio Capossela alla Union Chapel? Ve lo racconta un Londoner

0
187
Concerto di Vinicio Capossela alla Union Chapel di Londra, 2024 (credits Chiara Fabbro)

Una serata che ha mescolato i confini tra spettacolo e rito, tra concerto e teatro. Vinicio Capossela, il maestro del canto e del racconto, ha conquistato il pubblico della Union Chapel di Londra con una performance che si può definire trasformativa.

 

Concerto di Vinicio Capossela alla Union Chapel di Londra, 2024 (credits Chiara Fabbro)
Concerto di Vinicio Capossela alla Union Chapel di Londra, 2024 (credits Chiara Fabbro)

Non era la prima volta che assistevo a un concerto di Vinicio Capossela, ma il contesto della Union Chapel, come contenitore della parabola mistica e laica di questo fenomenale artista, era per me completamente inedito.

La prima volta di Charlie

Ad accompagnarmi nel viaggio, oltre alla talentuosa fotografa Chiara Fabbro, c’era Charlie, amico appassionato di musica indipendente e Londoner doc, che ha seguito il mio consiglio di assistere al concerto.

Per lui era sì la prima volta caposseliana.

Concerto di Vinicio Capossela alla Union Chapel di Londra, 2024 (credits Chiara Fabbro)
Concerto di Vinicio Capossela alla Union Chapel di Londra, 2024 (credits Chiara Fabbro)

Ho deciso dunque di fare una sorta di “esperimento” e intervistare Charlie, riportando le suggestioni che quest’esperienza ha regalato a un non native Italian speaker, trasformandole in un racconto. Tutto ciò che leggerete, dunque, è frutto del suo sentire e, più in generale, del confronto tra culture diverse e del potere della musica come linguaggio universale.

Dal momento in cui è entrato—maestosamente, dal pulpito, riecheggiando l’atmosfera sacra della Union Chapel con le note iniziali di “Abide With Me”— fino al suo inchino finale tra applausi fragorosi, Capossela ha tenuto la platea in uno stato di incanto.

Concerto di Vinicio Capossela alla Union Chapel di Londra, 2024 (credits Chiara Fabbro)
Concerto di Vinicio Capossela alla Union Chapel di Londra, 2024 (credits Chiara Fabbro)

Un caleidoscopio di emozioni e stili

La prima metà dello spettacolo la paragonerei a un caleidoscopio di emozioni e stili, un viaggio nell’universo musicale di questo artista, in continua espansione. Dai ritmi frenetici di “Mambo Voodoo” carichi di energia primitiva, seguiti da un omaggio jazzato a “I Wanna Be Like You,” pensavo di aver colto appieno la narrativa musicale di Capossela, tra ritmi balcanici e incredibili assoli di sassofono, ma mi sbagliavo. Raramente si ha la fortuna di ascoltare un artista così eclettico.

Concerto di Vinicio Capossela alla Union Chapel di Londra, 2024 (credits Chiara Fabbro)
Concerto di Vinicio Capossela alla Union Chapel di Londra, 2024 (credits Chiara Fabbro)

Dall’inizio alla fine il pubblico si è lasciato trascinare nel vortice sonoro: da “Angelina Zooma Zooma,” un classico che ha scatenato applausi ritmati e cori entusiasti, passando per la versione italiana di “Charlie S. Claus” di Tom Waits, che ha improvvisamente placato il pubblico immergendolo in un’atmosfera di riflessione, fino a “Silent Night” che ha poi portato un momento di sacralità, le mura stesse della Union Chapel hanno trattenuto il respiro insieme a noi.

Il dolce tempo dell’attesa

Un istante prima della pausa, Capossela ha poi citato le parole del poeta Vincenzo Costantino, che non conoscevo:

”Il bar non ti regala ricordi, ma i ricordi ti portano sempre al bar.’’ invitandoci ad alzare i calici e continuare a celebrare.

L’attesa poi è stata ripagata da una seconda metà altrettanto sorprendente.

Una toccante dedica alla Palestina ha preparato il terreno per “Conforto e gioia (God Rest You Merry Gentlemen),” eseguita lentamente dal pulpito e accompagnata dall’organo. Capossela ha fatto riferimento al fatto che questo Christmas carol è menzionato in A Christmas Carol di Charles Dickens, intrecciando così la musica con una suggestione letteraria.

Ma la nostalgia non ha dominato l’atmosfera troppo a lungo. Con un cambio di costume—dal rosso al blu— Capossela ha lanciato “Maraja,” un brano travolgente che ci ha fatto alzare in piedi, ballando fin lungo i corridoi. Subito dopo, “All You Can Eat” ha scatenato ancora più entusiasmo, con un groove funky arricchito da assoli di chitarra e sassofono.

Tra i momenti più memorabili però mi sento di citare “Agita (Aggita),” una canzone che ha fatto vibrare la sala e guadagnato probabilmente l’ovazione più fragorosa della serata. E poi, la reinterpretazione di “Jingle Bells” e l’inno della sua personale festa di compleanno, la “Sciustenfeste n. 1965,” dedicata a un ricordo d’infanzia legato al padre.

Concerto di Vinicio Capossela alla Union Chapel di Londra, 2024 (credits Chiara Fabbro)
Concerto di Vinicio Capossela alla Union Chapel di Londra, 2024 (credits Chiara Fabbro)

Celebrare la gratitudine

Completamente abbandonati alla festa, ci siamo lasciati trascinare in conga spontanee che serpeggiavano per la sala durante il finale. L’apoteosi è arrivata con “Che coss’è l’amor” eseguita in una versione accelerata e mescolata ad altri brani, prima di culminare in un GRAN FINALE. A quel punto, tutte le regole di un’esibizione “da seduti” erano state dimenticate: il pubblico, in piedi e stipato sotto il palco, era incontrollabile. O meglio, eravamo tutti troppo coinvolti per non liberare anche il corpo.

Con “Time of Gifts” e un ultimo pensiero dedicato al dono e alla gratitudine, Capossela ha chiuso poi la serata con una nota poetica. “Tutto è stato un regalo,” e il pubblico non poteva che essere d’accordo. Io non potevo che essere d’accordo. 

Un pensiero che ha chiuso perfettamente una notte a Londra che resterà impressa nella memoria, un’esperienza tanto unica quanto universale.

Concerto di Vinicio Capossela alla Union Chapel di Londra, 2024 (credits Chiara Fabbro)
Concerto di Vinicio Capossela alla Union Chapel di Londra, 2024 (credits Chiara Fabbro)

Dal racconto si Charlie Saunders, un caro amico e Londoner doc.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.