Silvana Poloni: insegnare italiano nel Regno Unito, sfida per la comunità

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La foto di Silvana Poloni,, insegnante di italiano del Pli di Manchester e presidente di Acli York (photo credits Silvana Poloni).
Silvana Poloni,, insegnante di italiano del Pli di Manchester e presidente di Acli York (photo credits Silvana Poloni).

Nata e cresciuta a Milano, Silvana Poloni è oggi un punto di riferimento per l’insegnamento dell’italiano nel Regno Unito. Dalla chiusura del CDLCI alla nascita del PLI Manchester, fino ai progetti con ACLI York, la sua storia è un esempio di resilienza e dedizione alla comunità.

Da Milano a York: la missione di Silvana Poloni

Nata e cresciuta a Milano, dove ha lavorato per il settore Educazione del Comune e dove ha svolto attività di ricerca presso l’Università Cattolica, dal 2016 Silvana Poloni è uno dei punti di riferimento per l’insegnamento della lingua e della cultura italiane nel nord dell’Inghilterra.

Partendo da York, dove adesso vive con marito e tre figlie, è riuscita a costruirsi un percorso professionale che in pochi anni l’ha vista acquisire un ruolo rilevante per la promozione della lingua e della cultura italiana nell’area: prima insegnante presso CDLCI – Centro Diffusione Lingua e Cultura Italiana, ora insegnante e responsabile dell’offerta formativa presso PLI Manchester – Associazione per la promozione della lingua italiana, nonché Presidente di ACLI York.

“Quando mi sono trasferita a York con la famiglia (tre figlie, un gatto e un marito), il primo anno ho deciso di prendermi un ‘sabbatico’ e concentrarmi sulla famiglia, iniziando a conoscere l’ambiente e prendendo contatti con la comunità italiana e britannica. Nel corso di quell’anno ho cominciato ad insegnare italiano in alcuni corsi per adulti”.

Poi cosa è successo?

“Era il 2017 e in quel periodo insegnavo italiano già agli adulti. Tramite un gruppo Facebook locale ho scoperto che le famiglie del territorio cercavano un insegnante d’italiano per bambini. Io sono insegnante qualificata, con titolo di studio abilitante anche qui in UK, per cui mi sono proposta, anche per rispondere a un bisogno del territorio. Sono quindi entrata in contatto con il vecchio ente promotore della circoscrizione di Manchester, il CDLCI, e ho cominciato ad insegnare a Leeds, muovendomi da York tutti i sabati. Dopo un paio di anni, essendoci richiesta anche a York, abbiamo aperto un paio di corsi qui e i corsi di Leeds sono passati a una collega”.

Come si è sviluppata l’esperienza nel CDLCI?

“Nel CDLCI sono stata coinvolta inizialmente come insegnante ma, nel corso degli anni, ho contribuito attivamente anche al potenziamento dei corsi esistenti, al lancio di nuovi corsi e all’apertura di alcuni corsi nelle scuole locali.

Nei corsi di Leeds, ad esempio, nel periodo in cui ho insegnato sono quasi raddoppiati i bambini: ho preso un gruppo di otto bambini e quando l’ho lasciato, i bambini erano diventati una ventina; a York siamo partiti da zero e adesso abbiamo 30 bambini, anche grazie all’entusiasmo di Benedetta Reggiani, la collega che mi affianca ormai da due anni. Questo, ovviamente, ha contribuito a dare stabilità al progetto ed è stato possibile grazie al coinvolgimento delle famiglie e della comunità circostante, sempre molto sensibile e attenta rispetto a questo tipo di progetti. Due anni fa sono stata contattata dai genitori di Newcastle e, grazie alla disponibilità di Marta Ariazzi, un’insegnante locale, e all’allora coordinatrice del CDLCI, sono partiti i corsi anche lì. Nel frattempo, il CDLCI era anche attivo in diverse primary e secondary schools della circoscrizione consolare di Manchester e, negli anni, siamo riusciti ad avviare corsi in alcune scuole a York e a Newcastle”.

La foto di Silvana Poloni,, insegnante di italiano del Pli di Manchester e presidente di Acli York (photo credits Silvana Poloni).
Silvana Poloni,, insegnante di italiano del Pli di Manchester e presidente di Acli York (photo credits Silvana Poloni).

PLI Manchester: rinascere dopo il CDLCI

E come si è arrivati alla fine di quella esperienza?

“Quando l’anno scorso il board del CDLCI ha deciso di chiudere, alcuni insegnanti hanno provato in tutti i modi a tenerlo aperto, proponendo anche di subentrare nel board e nel coordinamento, ma ciò non è stato possibile. Due dei tre direttori erano infatti molto determinati a chiudere, nonostante anche il territorio si sia attivato per convincerli a non farlo”.

E avete provato a voltare pagina?

“Quando ci siamo resi conto che tenere aperto il CDLCI non sarebbe stato possibile perché non era un qualcosa in nostro potere, ci siamo rimboccati le maniche e, grazie a tre persone che si sono messe a disposizione per fare i direttori e grazie alla collaborazione di genitori e volontari che ci hanno sostenuto nelle fasi iniziali con i diversi aspetti burocratici, ai primi di ottobre del 2024 siamo riusciti ad aprire il PLI Manchester – Associazione per la Promozione della Lingua Italiana.

I direttori sono tre persone con esperienza, a diverso titolo, di promozione della lingua e della cultura italiana: il primo è uno dei direttori del CDLCI, Giovanni D’Angelo, che molto si era battuto per tenere aperto il precedente ente; l’altra è Daniela Andrea Fudge – che, nata e cresciuta qua, da piccola ha usufruito a sua volta di questi stessi corsi, quindi sa quanto sono importanti. Il terzo direttore è Marco Piscioneri, insegnante di secondary school qua in Inghilterra.

Loro tre hanno dato la propria disponibilità per fare i direttori, a me è stato affidato il ruolo di coordinamento, ma è importante sottolineare ancora una volta come la spinta per la nascita del PLI sia arrivata dalle famiglie e dagli attori del territorio”.

La chiusura e la risposta del territorio

Quindi una piccola-grande soluzione ad un bisogno effettivo del territorio?

“Sì, esatto. Per cui adesso esiste questo nuovo ente promotore, che parte in piccolo ma che ha grandi progetti. Abbiamo fatto subito la domanda di iscrizione all’albo degli enti promotori, il Consolato di Manchester ha velocemente trasmesso la nostra richiesta, e adesso siamo ente riconosciuto dal MAECI. Questo ci ha permesso di fare domanda per i finanziamenti. Perché, purtroppo, avendo il CDLCI cessato la sua attività, quest’anno la circoscrizione di Manchester non ha corsi finanziati dal Ministero. Ciò significa che tutti i corsi che abbiamo fatto, e mi riferisco a quelli extrascolastici che siamo riusciti a mantenere sul territorio, si pagano grazie alle rette dei genitori e al supporto di alcune aziende che hanno deciso di sostenerci, proprio perché li ritengono importanti.

Purtroppo quest’anno non abbiamo corsi nelle scuole direttamente gestiti dal PLI, proprio per assenza di fondi ministeriali, ma siamo tuttora in contatto a diverso titolo con molte delle scuole nelle quali eravamo presenti con il vecchio ente (in alcune insegniamo privatamente, in altre “accompagniamo” gli insegnanti nella programmazione e nella preparazione dei materiali), nella speranza di poter ripartire con i corsi se il MAECI deciderà di finanziare i nostri progetti”.

I nuovi corsi: bambini, adulti e aziende

“Concretamente, il PLI è riuscito ad attivarsi, immettendosi anche sul mercato dei corsi per gli adulti, e quindi laddove non arrivano le quote delle famiglie, abbiamo i corsi per adulti che ci permettono di fare un po’ di cassa. Abbiamo anche due aziende che ci hanno chiesto dei corsi per i loro dipendenti, quindi questo ci permette di offrire un servizio a prezzo calmierato alle famiglie, che spendono, a seconda del numero di bambini, circa 230 sterline per tutto l’anno, per corsi con insegnanti qualificati tutte le settimane”.

Prevedete comunque di accedere a un programma di fondi in un futuro non troppo lontano?

“Questa è un po’ la speranza, anche per poter offrire i corsi extrascolastici anche laddove il numero di famiglie interessate non è altissimo. Abbiamo presentato domanda per accedere ai fondi ministeriali per il prossimo anno scolastico, quindi a partire da Settembre. Speriamo che il Ministero decida di accordarceli, se non tutto quello che abbiamo chiesto, almeno in parte. La risposta sul territorio al momento è ottima, le famiglie sono contente. Si spera che, nel caso arrivino i fondi dal Ministero, a Settembre si possa ricominciare a insegnare l’italiano anche nelle scuole, che poi è uno dei principali obiettivi del Ministero degli Esteri”.

Perché colmereste comunque una mancanza.

“Assolutamente sì, in alcune zone dove ci sono tantissimi italiani la richiesta è forte. Anche in uno degli ultimi incontri che abbiamo avuto in Consolato ho fatto presente la difficoltà dei nostri concittadini nel momento in cui i figli vogliono fare per esempio il GCSE, è sempre più difficile perché per le scuole questa cosa ha un costo e le scuole non hanno di solito l’insegnante d’italiano.

Nel prossimo mese di Maggio ho in programma una serie di giornate in diverse scuole per esaminare ragazzi di origine italiana, per dar loro modo di fare l’esame. Questo è un servizio che offriamo alle scuole della zona.

In più, i corsi curricolari costituiscono una risorsa enorme che offriamo alle scuole stesse, dove tutti i bambini – per la maggior parte britannici – imparano l’italiano e, parallelamente, per l’Italia è un asset fantastico.

I negozianti di York, ad esempio, mi hanno detto che tutte le settimane hanno delle famiglie britanniche con i bambini che vanno da loro e ordinano in italiano, che sia in pizzeria o al negozio di prodotti italiani, perché ne parliamo a lezione. Per le attività italiane, quindi, c’è comunque un minimo ritorno”.

Lei ha sempre vissuto a York fin da quando è arrivata in Inghilterra?

“Sì, diciamo che è stata proprio una scelta di vita: arrivando da Milano ci siamo detti “se dobbiamo cambiare vita, cambiamola davvero” e abbiamo deciso di non andare a Londra, sebbene sia una bellissima città, una delle mie città del cuore, e di optare per una realtà più a misura d’uomo”.

ACLI York: libri, feste e rete sociale

Lei ha anche un ruolo importante nelle ACLI a York, giusto?

“Sono il presidente del circolo ACLI di York, un circolo nato nell’autunno 2019 giusto in tempo prima della pandemia. Il circolo è stato fondato con mio marito, Marco Addario, e con Marco Piscioneri (uno degli attuali direttori del PLI), ma da quasi subito ha potuto contare sul supporto di altri volontari.

Tra l’altro, per sottolineare ulteriormente il legame tra le ACLI e la promozione della lingua italiana non solo a York, ma in tutta l’Inghilterra, le racconto una cosa: io arrivo dal mondo scout, in Italia avevo collaborato con le ACLI solo per questioni di ricerca e di formazione, quando lavoravo in Università Cattolica.

Quando però ho cominciato a insegnare con il CDLCI, un giorno sono andata a fare una supplenza a Keighley e, a supporto del corso di italiano in cui avrei fatto lezione, ho trovato un’intera comunità, composta da volontari non genitori che andavano a preparare la merenda, pulivano l’aula dopo la lezione, o altro.

Quando ho chiesto a un volontario che era lì a preparare la merenda perché lo stessero facendo, lui mi ha spiegato di provenire dal locale circolo ACLI e che lo facevano per sostenere questo corso di italiano in cui credevano molto.

Io non sapevo che ci fossero le ACLI nel Regno Unito, fino a quel momento la conoscevo come un’associazione italiana. Invece poi ho incontrato Giovanni D’Angelo, il famoso volontario della merenda che all’epoca era il Presidente del circolo ACLI di Keighley e che oggi è il Presidente Nazionale di ACLI UK.

E così sono entrata in contatto con le ACLI e ho visto quello che facevano. Ad esempio organizzavano eventi aggregativi, uno su tutti la Festa della Repubblica a Keighley, e a Badford mettevano a disposizione uno spazio per ospitare un Console onorario o un impiegato del Consolato che si occupava del rinnovo passaporti.

Abbiamo quindi pensato che sarebbe stato interessante offrire gli stessi servizi nella nostra zona e, visto che sono stata abituata fin da piccola a pensare che se c’è una necessità ci si adopera per risolverla, abbiamo intuito che aprire un circolo ACLI ci avrebbe probabilmente permesso di rispondere a una serie di bisogni con una forma un po’ più strutturata”.

Come vi siete adoperati fattivamente, quindi?

“Abbiamo cominciato a parlarne, per capire chi fosse interessato e poi, durante una festa organizzata per la comunità italiana, abbiamo fatto una piccola rilevazione grazie alla quale sono emersi una serie di bisogni: i corsi d’italiano, gli incontri per i passaporti, degli eventi aggregativi sia per gli adulti che per i bambini. Quindi abbiamo iniziato ad attivarci un poco alla volta, anche perché eravamo in pochi, tre o quattro, e abbiamo cominciato ad organizzare le cose che erano state richieste.

Abbiamo anche fatto un incontro passaporti e poi purtroppo abbiamo chiuso tutto perché è arrivato il covid. O meglio, ci siamo chiusi in casa anche noi, ma abbiamo mantenuto attivo una sorta di sportello di assistenza online riuscendo a fare tantissime consulenze e dando una mano a molte persone, magari anche solo facendo da tramite o rispiegando le cose che bisognava fare con il Consolato, di fatto semplificando il linguaggio burocratico. E così fino alla fine della pandemia.

Dopodiché abbiamo pensato di iniziare a ricostruire la rete che era andata disgregandosi durante la pandemia stessa, cominciando con una serie di eventi, di piccole feste, prima con piccoli numeri poi con numeri sempre più grandi.

Quando poi la situazione covid si è sbloccata del tutto, dal territorio e dai corsi di italiano che nel frattempo erano partiti anche a York sono emersi numerosi bisogni non precedentemente espressi”.

Silvana Poloni e Gianliuca Fanti col banner del PLI di Manchester (credits Silvana Poloni)
Silvana Poloni e Gianliuca Fanti col banner del PLI di Manchester (credits Silvana Poloni)

Progetto Donne e integrazione

Facciamo qualche esempio.

“L’8 Marzo dell’anno scorso è partito il PROGETTO DONNE qui a York, un progetto di cui siamo particolarmente orgogliosi. Abbiamo due volontarie che una volta al mese, un venerdì mattina, si incontrano in una sala che ci viene messa a disposizione gratuitamente da una parrocchia – proprio perché il territorio crede nel progetto – in cui queste donne, italiane oppure inglesi ma che parlano un po’ di italiano, si incontrano per circa tre ore e chiacchierano tra loro, facendo rete e raccontandosi.

Qualcuna arriva perché vuole che il bambino parli in italiano, qualcun’altra lo fa perché è a casa in maternità e non sa cosa fare, qualcun’altra perché è curiosa o ha voglia di passare del tempo in compagnia.

Chi arriva poi non se ne vuole più andare e i numeri crescono, a testimonianza del fatto che il progetto funziona, e nel tempo si è venuta a costituire una rete di donne (di York ma anche di fuori York) che si sostiene, si consiglia, si supporta.

L’aspetto più positivo, dal nostro punto di vista, è che questa rete è diventata generativa a sua volta, perché ad esempio le donne stesse hanno fatto partire un club del libro, per cui oggi si incontrano anche al di là del nostro venerdì, del nostro Progetto Donne.

Le volontarie e il circolo ACLI sono sicuramente un punto di riferimento, se hanno bisogno di qualcosa chiedono a noi, ma la creazione di una rete di supporto reciproco era l’obiettivo del progetto e direi che ci stiamo, ci stanno, riuscendo!

La Piccola Biblioteca Italiana

L’altro progetto del quale siamo molto orgogliosi è la piccola BIBLIOTECA ITALIANA del circolo ACLI York. Per anni abbiamo cercato di convincere le biblioteche di York a prendere libri in italiano per le famiglie italiane e non solo: York è una città culturalmente molto ricca con un vastissimo gruppo di studenti di italiano. Per due o tre anni siamo andati a bussare alla porta delle biblioteche offrendo loro in regalo i libri in italiano che avevamo raccolto, ma per carenza di spazio la risposta è sempre stata negativa. Tuttavia, il bisogno aumentava, era evidente dalle richieste dei genitori della scuola di italiano e della comunità più ampia.

Dopo la Brexit, tra l’altro, è diventato ancora più difficile reperire libri in italiano e con la chiusura della libreria italiana di Londra le difficoltà sono aumentate ulteriormente. Come circolo ACLI di York abbiamo dunque pensato di prendere in mano la situazione e da Settembre 2024 affittiamo una sala un sabato mattina al mese, abbiamo un po’ comprato e un po’ raccolto tanti dei libri che le famiglie avevano e non usavano – sia per adulti sia per bambini – e apriamo la PICCOLA BIBLIOTECA ITALIANA DI YORK. Quello che facciamo al momento è dare i libri in prestito, prestito e restituzioni si fanno lì o si effettuano quando ci vedono al corso d’italiano, insomma ci si organizza con un po’ di flessibilità.

In più offriamo una lettura ad alta voce o una lettura animata per i bambini tutte le volte che apriamo, sia per dimostrare cosa si può fare leggendo ad alta voce, sia perché mentre i bambini ascoltano il volontario o la volontaria che sta leggendo ad alta voce i genitori possono avere dieci minuti per chiacchierare tra loro o con altri volontari”.

E poi ci sono altri eventi…

“E poi ci sono gli eventi aggregativi. Per il circolo di York sono essenzialmente tre le feste che nel corso degli anni sono diventate tradizionali, anche se le facciamo da pochi anni, perché siamo aperti da poco, oramai sono diventate un must: la Festa della Befana dove, proprio per dimostrare il legame con la comunità britannica, la Befana viene interpretata da una studentessa d’italiano che parla bene italiano ma con l’accento britannico e i bambini impazziscono perché si convincono del fatto che la Befana venga veramente da lontano.

Ormai sono tre anni che la Befana è la stessa, quindi i bambini se la ricordano, ed è un evento che raccoglie famiglie di York, di Leeds, dalla costa perché sulla costa est gli italiani sono pochi, hanno poche occasioni e quindi arrivano fino a York che diventa un po’ il centro catalizzatore.

Poi abbiamo la festa di Carnevale, che quest’anno ha registrato il tutto esaurito. Purtroppo abbiamo dovuto dire a qualche famiglia che non avevamo più posto perché la sala ha dei limiti di capienza, pur essendo una delle più grandi a York.

Quest’anno l’abbiamo fatta l’8 marzo, ci sono stati giochi e attività a tema gestite dagli insegnanti del PLI e poi, come ogni anno, abbiamo avuto la sfilata, al termine della quale sono state premiate le maschere migliori. Tutti gli anni i bambini vengono divisi per fasce d’età, a partire dai piccolissimi, e chi vince riceve in regalo un libro in italiano.

La scelta viene fatta perché crediamo fortemente nell’importanza della lettura ad alta voce. I libri, come dicevo, sono sempre libri in italiano (quando riusciamo regaliamo Rodari) e, volendo promuovere la lettura fin dai primissimi mesi, regaliamo sempre, alla categoria dei piccolissimi, un libro ad alto contrasto, in bianco e nero e perfetto per i bambini di pochi mesi”.

Qual è la terza festa dell’anno di ACLI York?

“E’ la Festa di Primavera, nata in realtà perché le famiglie dopo la festa di Carnevale ci hanno detto “ma non facciamo niente fino all’estate?” quindi due anni fa abbiamo fatto partire questa tradizione, che ha una data variabile a seconda di quando è il Carnevale.

In tutto questo il PLI si occupa della parte di gioco e di animazione delle feste quindi quest’anno sia la Festa della Befana sia la Festa di Carnevale – e sarà così anche per la Festa di Primavera, come è stato pure per la Festa di Carnevale della Dante Loughborough – alcune delle insegnanti PLI (a Loughborough per esempio, sono andata io) animano la parte di giochi e di attività che in alcuni casi sono a cavallo tra la didattica e il gioco.

A Loughborough abbiamo fatto un’attività di craft in cui abbiamo accompagnato i bambini nella realizzazione di un piccolo Arlecchino, con il momento culturale legato al racconto su chi è Arlecchino e poi la costruzione insieme di un Arlecchino fatto con materiale di riciclo, quindi con i rotoli di carta igienica.

Per cui il PLI viene coinvolto in queste feste per l’organizzazione delle attività per i bambini, mentre  i volontari ACLI si occupano, tra le altre cose, della gestione del buffet che da noi a York è sempre un buffet condiviso perché è bello anche condividere il proprio cibo e le proprie tradizioni.

E’ una collaborazione stretta, del resto il PLI nasce per rispondere a un bisogno del territorio che è quello che le ACLI fanno da sempre, quindi c’è sicuramente una comunanza di intenti”.

Sfide e obiettivi: da Loughborough a Birmingham

Festa di Carnevale a Loughborough: da sinistra Luigi Borriello e suo figlio, Gianluca Fanti (presidente Dante), e Silvana Poloni (credits Dante Loughborough).
Festa di Carnevale a Loughborough: da sinistra Luigi Borriello e suo figlio, Gianluca Fanti (presidente Dante), e Silvana Poloni (credits Dante Loughborough).

E avete collaborato anche alla Festa di Loughborough.

“La Festa di Loughborough è stata organizzata dalla Società Dante Alighieri di Loughborough,  dal neonato circolo ACLI di Loughborough e dal PLI che, come a York, ha organizzato le attività di gioco e le attività creative.

Festa di Carnevale a Loughborough: Gianluca Fanti e Silvana Poloni con la piccola Sofia, che ha vinto l’attività di crafts (credits Dante Loughborough).
Festa di Carnevale a Loughborough: Gianluca Fanti e Silvana Poloni con la piccola Sofia, che ha vinto l’attività di crafts (credits Dante Loughborough).

I libri per la sfilata sono stati donati dalla Dante. Gianluca (Fanti, Presidente della Dante Loughborough, n.d.r.) ha gestito benissimo tutta l’organizzazione della festa, noi del PLI abbiamo organizzato le attività, abbiamo fatto giocare i bambini, abbiamo portato giochi che permettessero ai bambini di giocare anche in autonomia dagli adulti e, infine, abbiamo promosso i corsi di italiano tra le famiglie.

Amanda (Fanti, membro del comitato della Dante, n.d.r.), la moglie di Gianluca, è stata fantastica al tavolo del craft a intrattenere i bambini e questo mi ha dato modo di spiegare le attività del PLI ai genitori.

Il riscontro è stato ottimo: tante famiglie mi hanno detto che vogliono partire perché i corsi di italiano per bambini sono una grande risorsa, all’estero, è un modo fantastico non solo di mantenere la lingua ma di mantenere le radici di una cultura che ci appartiene, pur essendo questi bambini italo-britannici (a volte più britannici che italiani).

Tra l’altro, al di là del trovare un contesto extrafamiliare in cui praticare la lingua, le famiglie sono ben consapevoli di come fare gruppo, fare rete, sia molto importante per i bambini, soprattutto con l’avvicinarsi dell’adolescenza quando l’essere italiani può a volte essere visto come una cosa negativa, che li differenzia dagli amici.

Il rischio di sentirsi diversi c’è, sarebbe ingenuo negarlo, e avere intorno a sé un gruppo di amici che condividono la stessa situazione di italo-britannici può sicuramente aiutare”.

A Loughborough quindi l’offerta formativa in lingua italiana è destinata ad estendersi dai corsi per adulti a quelli per bambini proprio grazie al PLI?

“Sembrerebbe di sì! Quest’anno siamo a York, a Newcastle, a Gennaio siamo anche riusciti ad aprire un nuovo corso a Durham perché alcuni genitori, essendo venuti a conoscenza dei corsi di Newcastle, ci hanno contattati.

L’obiettivo del PLI è quello di arrivare, nel giro di qualche anno, a coprire un po’ tutta la circoscrizione di Manchester, almeno con i corsi extrascolastici. I corsi, per essere sostenibili, richiedono un numero minimo di partecipanti, che varia a seconda se avremo i finanziamenti o no, quindi realisticamente non potremo garantire un corso in ogni singolo piccolo paese, però già riuscire a coprire le principali città o quantomeno i principali nodi dove la comunità italiana è presente sarebbe una soddisfazione grandissima ed è il nostro obiettivo principale.

Quindi la prossima tappa sarà confermare i corsi già attivi quest’anno e partire con i corsi per bambini a Loughborough a Settembre. Non avrebbe molto senso partire adesso perché significherebbe partire senza fondi, mentre speriamo che il Ministero ci finanzi in modo da poter offrire i corsi a un prezzo assolutamente concorrenziale.

Non escludiamo di partire comunque, anche in mancanza di finanziamenti, come del resto abbiamo fatto a York, Newcastle e Durham, ma questo implica un lavoro ulteriore sul territorio alla ricerca di sponsor che possano sostenere il progetto.

Inoltre, il piano è ripartire con i corsi a Leeds, a Manchester, dove il CDLCI era attivo negli anni scorsi, e poi abbiamo avuto richieste da altre città, ma vogliamo procedere con calma perché sia davvero sostenibile anche sul lungo tempo.

Infine, uno degli obiettivi principali è arrivare a Birmingham, perché so che a Birmingham c’è una enorme comunità di italiani, che vorrebbero mantenere l’italiano anche nelle nuove generazioni e una grande comunità di italiani per acquisizione che hanno più volte dichiarato di avere un grandissimo bisogno di corsi per il conseguimento della certificazione B1 per la cittadinanza, che è un altro dei servizi che offriamo”.

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