Professionisti: le sfide fra Brexit e Pandemia

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Il Consolato Generale d’Italia a Londra ha ospitato un seminario, organizzato da the Smart Institute, sulle sfide poste da Brexit e pandemia per i professionisti.

Fra Brexit e pandemia: il Consolato italiano e The Smart Institute presentano le sfide per i professionisti italiani in UK

Nella giornata di mercoledì 20 ottobre si è tenuto presso la sede del Consolato Generale d’Italia a Londra il seminario “Post-Brexit e Pandemia: le sfide per i professionisti fra Italia e Regno Unito”, organizzato dal think tank The Smart Insitiute e dal Consolato stesso. Presenti il Console Diego Solinas e Flavio Menghini (Department for International Trade), i quali hanno aperto l’evento, trasmesso anche in diretta streaming (QUI IL VIDEO).

“Le vere sfide fra Brexit e pandemia stanno solo iniziando”, ha spiegato Menghini, concentrandosi soprattutto sull’incertezza rispetto all’impatto dell’uscita del Regno Unito dalla UE, esacerbate da una difficile lettura dei dati per quanto riguarda il cambiamento nel commercio internazionale.

Gli italiani sono nemici dell’incertezza sia a livello personale che di business”, ha aggiunto il Console Solinas, soffermandosi però sulle opportunità create dal clima attuale, in particolare quella di riscoprire i legami con i propri concittadini, e di rinnovarli attraverso l’operato delle istituzioni.

Ne sono l’esempio i corsi organizzati per supportare gli italiani alla ricerca di un impiego in UK, fra cui un corso sul settore dell’hospitality che ha visto oltre 100 partecipanti, ed un nuovo corso di marketing digitale organizzato dalla Italian Chamber of Commerce and Industry for the UK con il sostegno del Consolato.

La tavola rotonda: ecco come la Brexit cambia le prospettive Italia-UK

A seguito dell’introduzione, si è tenuta una tavola rotonda moderata da Mara Monti (London School of Economics), nel corso della quale sono stati affrontati diversi temi legati alle difficoltà poste da Brexit e pandemia, a partire dalle relazioni fra Italia e UK.

Su questo tema è intervenuto Mario Angiolillo, direttore di The Smart Institute, che partendo dalla base del nuovo rapporto, ovvero l’accordo fra UE e Regno Unito, ha ribadito la grande incertezza che persiste riguardo all’impatto della Brexit.

“È difficile prevedere il bilanciamento fra continuità e discontinuità nelle relazioni. Sicuramente ora le relazioni bilaterali fra Italia e UK assumono un ruolo ancora più importante”, ha spiegato Angiolillo, sottolineando l’importanza di navigare l’incertezza “facendo sistema” per supportare le aziende che operano ed hanno relazioni commerciali Oltremanica.

Dal punto di vista finanziario, Susan Dawson (HSBC) ha notato la mancata emigrazione delle banche d’investimento. “È quasi successo l’opposto,” ha commentato, “Londra cresce nella finanza, che resta un settore d’interesse e si sta adattando, e continua ad attirare tantissimi giovani laureati”.

A cambiare, però, è stata la City nel corso della pandemia:

“Il Regno Unito è stato uno degli ultimi paesi a far tornare i lavoratori in ufficio. Il ritorno alla normalità pre-pandemia è in dubbio; sono cambiate le priorità, il lavoro da remoto permette di avere più tempo per la famiglia”.

Le difficoltà per le aziende: merci ferme alla frontiera, tempo perso e costi elevati

Fra i molti problemi riscontrati dalle aziende italiane a seguito dell’uscita dal Regno Unito spiccano quello della documentazione per le merci e dell’assunzione del personale.

A spiegarlo è stata Verena Caris, Segretario Generale della ICCIUK, illustrando come, da una parte, ci sia stato un incremento nelle merci bloccate alla frontiera a causa di documentazione errata o mancante, mentre dall’altra l’assunzione di cittadini italiani in UK richieda molto più tempo e costi più elevati.

Alla tavola rotonda è intervenuto anche Giovanni Billè del Movimento Italiano in Europa, che ha parlato dell’impatto di Brexit e pandemia sui settori più importanti per i professionisti italiani all’estero.

Ci sono settori come la produzione di ortaggi in serre che sono importantissime per gli italiani in UK. Con la Brexit, le attività che importano le pianticine dall’Italia si trovano in difficoltà per problemi di documentazione e di controlli che prima non c’erano”.

Tutti gli intervenuti hanno ringraziato calorosamente il Consolato Generale d’Italia a Londra per aver reso possibile lo svolgimento del seminario, insieme al lavoro di Smart Institute come Osservatorio EU-UK-USA.

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