Miss I-Doll, Rossi e Manfredini: ecco come nasce un musical italo-inglese

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Intervista a Tobia Rossi e Simone Corradini, autori del testo e delle musiche di Miss I-Doll, il musical satirico sui reality show in scena a Londra dal 18 Febbraio al 9 Marzo. Scopri di più!
Intervista a Tobia Rossi e Simone Corradini, autori del testo e delle musiche di Miss I-Doll, il musical satirico sui reality show in scena a Londra dal 18 Febbraio al 9 Marzo. Scopri di più!

Intervista a due voci a Tobia Rossi e Simone Manfredini, autori del testo e della colonna sonora di Miss I-Doll, il musical nato in italiano e diventato inglese per fare satira sui reality show.

Miss I-Doll, Rossi e Manfredini: ecco come nasce un musical italo-inglese

Manca poco alla prima mondiale di Miss I-Doll, musical satirico sul mondo dei reality show, prodotto da Zava Productions, in scena a Londra dal 18 Febbraio al 9 Marzo al The Other Palace Studio.

Scritto da Tobia Rossi (Nascondino, Hyde and Seek, Cosa Siamo Nel Buio) e da Oliver Lidert per la versione britannica, direzione artistica di Ruthie Stephens (Moulin Rouge The Musical), colonna sonora di Simone Manfredini (The Lion King, Les Misérables, 9 to 5). Attrice protagonista della piece, Daisy Steere.

Alla vigilia del debutto, ci siamo fatti raccontare da Tobia Rossi e Simone Manfredini com’è nato questo nuovo progetto teatrale.

Com’è nata l’idea di Miss I-Doll?

Tobia: l’idea nasce da Ilaria Fioravanti, che è un’attrice, o meglio prevalentemente un’attrice, una performer italiana di musical e non solo, la quale poco prima del lockdown, quindi 5-6 anni fa, mi convoca per dirmi che le piacerebbe avere un pezzo per lei, cioè avere un monologo, un testo che possa un po’ far risaltare le sue doti anche di comica. Allora io a quel punto le rilancio “ma perché non scriviamo un musical per un solo personaggio” visto che lei appunto è una cantante e ha grande esperienza nel musical italiano. Quindi è nata un po’ assieme a lei, quest’idea di un musical, un one woman musical come l’abbiamo chiamato qui, un musical con una sola interprete.

E il coinvolgimento di Simone?

Tobia: Ho proposto di coinvolgere Simone, col quale stavo lavorando da un po’ di tempo su altri progetti diversi, più grandi, articolati, con più attori. Stava iniziando tra di noi una collaborazione, quindi ho iniziato a coinvolgerlo e gli ho proposto di scrivere le canzoni, le musiche per questo progetto, trattandosi di musical a tutti gli effetti. Poi chiaramente il musicista coinvolto non è soltanto una persona che scrive le musiche, ma è effettivamente un coautore dell’opera, per cui abbiamo poi condiviso durante il lockdown la paternità e la creazione della piece, che quindi è nata in italiano. Da lì poi l’idea di svilupparne una versione, per molti versi molto diversa, in inglese con l’apporto di Oliver Lidert, che è l’altro autore di Miss I-Doll – anche lui collabora con noi su altri progetti – che ha curato la riscrittura di questo pezzo per la versione inglese che adesso arriva in teatro.

Simone, quando Tobia ti ha coinvolto in questo progetto, cosa ne hai pensato subito, qual è stata la tua reazione?

Simone: Ho detto subito di sì, perché a parte il fatto che i progetti nuovi mi piacciono sempre, sono sempre sfide interessanti, questo progetto era in più, per sua natura, un “piccolo progetto”, perché pensato per un’attrice sola, quindi stavamo parlando di una commedia. Perché io e Tobia stavamo lavorando su altre cose, ma nessuna di queste era una commedia.

Quindi ho detto di sì subito, poi Tobia ovviamente mi ha raccontato del progetto, mi sembrava assolutamente interessante, c’è un’attrice che interpreta tutti questi personaggi, quindi immediatamente mi sono visto un mondo musicale, la possibilità di utilizzare diversi stili musicali, come poi è successo, come sta accadendo, quindi l’ho trovato molto divertente. Mi ha raccontato l’idea e ho pensato che anche a livello musicale funziona perfettamente, perché dovendo la stessa persona interpretare tanti ruoli diversi, ogni ruolo può essere musicalmente caratterizzato in maniera specifica, quindi l’utilizzo di vari stili musicali è stata sicuramente l’idea che mi è venuta in mente all’istante, ancora prima di leggere il testo, proprio mentre Tobia mi raccontava. E a me piace molto saltare da un genere all’altro, quindi avere la possibilità di utilizzare più generi musicali nello stesso spettacolo era un’idea molto interessante.

Ad ispirare il progetto Miss I-Doll l’attrice e cantante italiana Fioravanti

Ma l’ispirazione per questo soggetto poi, per l’attrice che interpreta tutti questi ruoli, da dove è arrivata?

Simone: Meglio che sia Tobia a rispondere, perché credo che l’idea originale sia stata proprio di Ilaria. Che poi è stata sviluppata insieme a Tobia.

Tobia: La versione italiana, che è lo spunto originario di tutto, che io ho pensato in effetti per Ilaria, lavora sull’idea di Miss Italia, con quel tipo di ambientazione, perché ci sembrava molto semplicemente un contenitore in cui ci fossero tantissimi tipi femminili su cui poter lavorare, una carrellata di personaggi anche un po’ estremi su cui giocare e soprattutto un’occasione per riflettere su come la televisione nazionale popolare racconta il mondo femminile oggi. In un contesto come quello di Miss Italia, che già 5-6 anni fa era abbastanza datato, un po’ fuori moda, ma ora ancora di più, anche perché sta molto cambiando la rappresentazione dei generi.

Questo è stato il primo spunto, effettivamente nato in dialogo con l’attrice. Che nella versione nuova, questa versione inglese, in realtà è diventato un reality show, che mescola un po’ Temptation Island con qualche spunto di Grande Fratello, cioè un reality show inventato che mette insieme tutti questi personaggi femminili, e che ha l’obiettivo di decretare chi diventa la Miss I-Doll. Quindi noi conosciamo le finaliste di questo percorso, di questa gara, di questo contest, e in effetti, una di loro, che poi è la protagonista, quindi il punto di vista principale della storia, cioè Mia, batte la testa, e in seguito a una sorta di strano trauma, cambia personalità, perciò inizia a dire a ruota libera molto banalmente ciò che pensa, la verità, insomma, non proprio cose che si dovrebbero dire in prima serata durante la finale di uno show così mainstream.

E da lì, chiaramente, partono tutta una serie di cose, che riguardano sia le altre concorrenti in gara, che vengono toccate da questa tempesta che lei provoca, ma anche alcune persone del backstage, quindi questa sua “bomba” che esplode va un po’ a toccare tutti, fino a raggiungere le alte sfere televisive.

Simone: E aggiungerei, anche il pubblico da casa, nel senso che l’attrice interpreta anche una selezione di tre personaggi che da casa assistono a quello che sta succedendo in diretta.

Sotto la lente dell’ironia il fenomeno reality show

In UK, quindi non solo in Italia, il reality show è un genere molto seguito. Se ne parla in tv, anche nelle news, quindi magari l’idea di mettere questa piece in scena a Londra può essere una scelta azzeccata.

Simone: Questa è stata esattamente l’idea di base perché, come dici tu, il grande pubblico lo segue tantissimo, quando ci sono le finali di Love Island, che credo sia l’equivalente italiano di Temptation Island, o di Britains Got Talent, non si parla d’altro, c’è solo quello, anche i miei colleghi parlano solo di quello.

Adesso, per esempio, c’è The Traitors, questo nuovo reality sulla BBC, che non ho ancora visto, ma pare sia molto interessante, perché è un po’ diverso da questi che abbiamo nominato. C’è sicuramente molto seguito, e ciò che noi facciamo non è solo basarci su questo tipo di reality, ma creare anche una fortissima ironia e, tramite la commedia, pure una critica rispetto a questi spettacoli.

Tobia: Che è una costante, il copione è permeato dall’inizio alla fine di ironia e di critica rispetto a questi spettacoli. Noi speriamo che il pubblico che verrà a teatro sia anche quello che guarda questi reality show in tv, e speriamo che tornino a casa con una riflessione su questi reality, cioè quanto c’è di vero, di sano, anche socialmente giusto in questi concorsi, in queste trasmissioni. Perché tante volte si dà per scontato e si pensa che sia divertimento, intrattenimento, ma dietro può esserci molto di più.

Simone: Noi ovviamente buttiamo lì qualche indizio, non lanciamo messaggi politici, perché questa resta comunque una satira, una commedia, non diventa mai qualcosa di diverso, però ci sono spunti più o meno velati di riflessione.

Massimo impegno per Daisy Steere: l’attrice protagonista interpreta ben 13 ruoli diversi

Come avete scelto l’attrice protagonista?

Simone: Abbiamo indetto delle audizioni e visto una serie di candidate. Non è stato facile perché l’attrice deve interpretare tredici personaggi, alcuni molto diversi tra loro, sia dal punto di vista di personalità, carattere, ma anche di vocalità, di voce, di accento. Quindi i vari personaggi provengono da zone diverse dell’Inghilterra, è come se in un’equivalente dell’attuale versione fatta in Italia, ci fosse un personaggio dalla Sicilia, uno dal Veneto, uno dalla Toscana, tutti con i loro accenti specifici. E’ una grande prova per l’attrice, quindi è stato complesso trovare la persona che avesse facilità nel passare appunto da un personaggio all’altro, e nello stesso tempo avesse anche l’ironia per affrontare questo testo, perché è sostanzialmente come dicevo, una commedia.

Essenziale l’apporto di Oliver Lidert per adattare all’inglese il testo italiano

Una commedia scritta a quattro mani da Tobia insieme a Oliver Lidert…

Tobia: Il contributo dell’altro autore, Oliver Lidert, è sostanziale in questa versione inglese. Perché da un lato ha proprio rivisitato l’intera storia dal punto di vista culturale, quindi riferimenti, allusioni. Ma c’è stato anche un lavoro di ristrutturazione, proprio nel suo apporto narrativo è stato importante, quindi per una questione di chiarezza, non si tratta di un semplice adattamento, ma è veramente una riscrittura del lavoro, come se fosse una seconda versione. Ha riscritto l’opera e ha dato un grande contributo autoriale, tengo molto a sottolinearlo.

Anche perché lui è anche un regista, quindi una persona che conosce molto bene il linguaggio del teatro musicale “da dentro” e secondo me ha dato un grande apporto, veramente grande, a questa seconda versione, molto diversa dalla prima per tanti motivi.

Simone: Aggiungo solo che anche a livello di musica, rispetto alla versione italiana, sono state tagliate due canzoni e ne è stata aggiunta una nuova, per farti capire un po’ il tipo di lavoro che è stato fatto sul testo, quindi diciamo che il soggetto e il concetto iniziale, quello di partenza, è il medesimo, ma lo spettacolo è diventato parecchio diverso, quasi due spettacoli diversi.

Tobia: E’ anche questo il bello, è una delle possibilità che il teatro ti dà, quando in un testo cambiano i tempi, cambia il contesto, cambiano molte cose, senz’altro c’è l’energia e l’obiettivo di quello spunto iniziale là, che io comunque ritrovo, ma è anche vero che ci sono anche molte cose nuove.

Cosa arriverà dopo Miss I-Doll per ciascuno di voi? Quali altri programmi avete per questo 2025 appena cominciato?

Tobia: Ci sono tante idee di teatro musicale che Simone e io condividiamo, le abbiamo nel cassetto e non vediamo l’ora di farle esplodere, anche dopo questa avventura di Miss I-Doll.

E in futuro, chissà se Miss I-Doll sarà rappresentato anche in Italia?

Ma una versione di Miss I-Doll come quella inglese da rappresentare anche in Italia?

Tobia: In realtà sai, e questo è un discorso interessante, per il musical originale è molto difficile trovare una “casa” in Italia ed è anche molto difficile trovare sia una produzione che un pubblico. Quindi diciamo che i nostri sforzi dal punto di vista del teatro musicale si concentrano molto più sul mercato anglosassone, perché non ti nascondo che anche uno dei problemi della versione italiana, per esempio, è stato proprio il suo inquadramento dal punto di vista del mercato. Uno spettacolo che per certi versi ha fatto un po’ fatica a circuitare.

Invece Simone, per te? Cosa succede dopo Miss I-Doll?

Simone: C’è un progetto che io e Tobia abbiamo condiviso e che inizieremo a sviluppare molto lentamente perché è un testo di prosa, un testo di Tobia di cui non posso dire il nome perché appunto è in fase di sviluppo. È un testo che è già andato in scena in Italia e che stiamo traducendo questa volta perché non occorre adattarlo, come è successo per Miss I-Doll, lo stiamo semplicemente traducendo e pian piano iniziando a convertire in musical. Ma dobbiamo ancora iniziare, di fatto. Abbiamo il testo, non abbiamo la musica.

Tobia: C’è la commedia, anche in questo caso, con un tocco di surreale e c’è una protagonista molto particolare.

Un’ultima riflessione su Miss I-Doll che sta per partire?

Tobia: Uno degli elementi che a me piacciono di più dello spettacolo, dal punto di vista tematico, è che a un certo punto si parla anche di come ogni valore, ogni spinta sana, può essere trasformata in un prodotto da vendere. Perché quando la protagonista inizia a esplodere con tutti questi suoi contenuti assolutamente dirompenti e anche smaccatamente femministi, quello che il sistema attorno a lei fa subito è cercare di vampirizzarla un po’. Cioè, trasformare questi suoi “contenuti” in un prodotto, in un elemento di marketing. E questo secondo me è il tema più cupo e allo stesso tempo più affascinante nascosto nello spettacolo che, come dice giustamente Simone, è puro intrattenimento, divertimento, numeri, momenti di danza. Ma a me piace anche perché ha questa sottotraccia molto amara. E’ un elemento di questa nuova versione che a me piace molto.

Simone: Diciamo che se si va oltre la cornice della commedia, se si va in profondità, di fatto non è più una commedia. Nel senso che le tematiche trattate con leggerezza, con ironia, sono tematiche molto importanti, molto pesanti. Poi, come dicevo prima, non ci soffermiamo e non commentiamo su nessuna di queste, perché non vogliamo fare politica. Però ci sono, ci sono tutte e, appunto, come diceva Tobia, sono molto dark, molto intense. Quindi lasciamo allo spettatore la possibilità di scegliere su cosa riflettere o semplicemente di farsi una risata.

Non ci resta quindi che trattenere la curiosità e aspettare martedì 18 Febbraio, quando il sipario si alzerà sulla prima mondiale di Miss I-Doll al The Other Palace Studio di Londra.

Una commedia a tratti dark, ma con una carica ironica pronta a scuotere le coscienze e la fantasia del pubblico “pensante”.

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