L’alba della quarta generazione in UK

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Illustrazione di Simona De Leo
Illustrazione di Simona De Leo

La redazione di Londra Notizie 24 è lieta di proporvi la lettura di un interessante approfondimento sulle diverse generazioni di italiani in UK portato avanti da Alessandro Gaglione, Avvocato, Notary e Presidente del COMITES (COMitato degli ITaliani all’EStero) di Londra.

La Comunità italiana in UK sta vivendo – per quello che posso notare sia nella mia professione sia in ragione del mio coinvolgimento in attività di assistenza ai Connazionali, un momento storico molto particolare: coesistono quattro generazioni di italiani (mi riferisco, in questa sede, solo ai discendenti diretti di chi e’ emigrato in UK a partire dal secondo dopoguerra, conscio ovviamente di come la Comunità sia molto più ampia e variegata), che provo qui a riportare in termini naturalmente molto generali.

I ventenni a cavallo degli anni ’60

Prima generazione: si tratta dei ventenni a cavallo degli anni ’60 che, nonostante il desiderio di emigrare solo temporaneamente, guadagnare i soldi necessari a comprare una casa nel paese d’origine e rientrare in Italia, per molte ragioni non lo hanno mai fatto. Costoro hanno ancora molti legami e contatti con l’Italia e vi tornano regolarmente, anche per lunghi periodi (ad es. nei mesi estivi). Ricordo che, quando oltre sedici anni fa avviai un servizio di consulenza legale pro-bono (attivo tutt’ora) presso la Chiesa italiana in Clerkenwell (la zona che – un tempo – fu la Little Italy di Londra), incontravo molti connazionali, principalmente anziani, che mi dicevano di essersi trasferiti nel Regno Unito con il programma di rimanervi solo qualche anno, per poi rientrare in Italia e poi, invece, vi sono rimasti per tutta la vita. Per me, giovane avvocato italiano, queste parole suonavano come difficilmente comprensibili.

In particolare, non capivo cosa avesse potuto spingere queste persone, una volta raggiunto l’obiettivo di acquistare una casa e dare tranquillità alla famiglia, a non tornare in Italia. Ebbene, dopo tanti anni, sto in pratica attraversando lo stesso percorso e sperimentando ciò che, con molta probabilità, queste persone hanno sperimentato prima di me. Mi riferisco, ad esempio al lavoro (più passa il tempo e più e’ difficile cambiare lavoro, specialmente in un altro Paese), ai figli (che, crescendo, trovano sempre più difficile lasciare il Regno Unito per rientrare in Italia) e, non per ultima, a una sorta di “ambientazione” nel Paese di destinazione che rende difficile, se non impossibile (soprattutto in eta’ non più giovane), il processo inverso in Italia.

Illustrazione di Simona De Leo
Illustrazione di Simona De Leo

Nati in UK negli anni ’60 e ‘70

Seconda generazione: nati in UK negli anni ’60 e ‘70, e’ una generazione molto variegata in quanto vi rientra: da un lato, chi parla l’italiano a livello di madrelingua, ha contatti regolari con parenti ed amici in Italia e vi si reca regolarmente; dall’altro chi, invece, non parla la lingua italiana e non ha contatto alcuno con la propria famiglia d’origine e bisognerebbe, a mio avviso, fare molto di più per coinvolgerli. Al centro di queste due posizioni, si ritrova una vasta gamma di posizioni individuali. Nella nostra esperienza familiare, in particolare con mia moglie, abbiamo provato ad individuare in relazione ai nostri figli, un giusto bilanciamento tra due posizioni distanti e, cioè, una piena integrazione nella realtà del Regno Unito apprendendo, pur mantenendo la nostra lingua, cultura e tradizioni. In particolare, i nostri figli frequentano una scuola inglese e, durante la settimana, svolgono tutte le attività in un contesto puramente inglese come, appunto, la scuola, lo sport, ecc. Durante il week-end, invece, partecipiamo alle attività della Comunità Italiana, frequentiamo la Chiesa italiana in Clerkenwell, partecipiamo o organizziamo, ad esempio la festa di Carnevale o della Befana. Tutto questo, per fare in modo che i nostri figli siano perfettamente integrati in UK ma che, al tempo stesso, conoscano la nostra cultura e le nostre tradizioni. Un capitolo a parte meriterebbe la lingua italiana.

In particolare, sempre per scelta personale, abbiamo deciso – sin da piccolissimi – di far studiare loro l’italiano, di far leggere loro libri in italiano, ecc., in modo da riuscire non solo a parlare correttamente la nostra lingua (ad es. per leggere opere della nostra letteratura in lingua originale) ma anche per poter permettere loro, qualora fosse di loro interesse, di poter studiare o lavorare – in futuro – in Italia.

Nati a cavallo degli anni ’90

Terza generazione: nati a cavallo degli anni ’90, mostrano, in moltissimi casi, un grande interesse nel ricostruire le proprie origini e ritrovare le proprie radici, in particolar modo, visitando i luoghi dai quali sono partiti i propri nonni o provando a ristabilire i contatti con i loro parenti.

Fenomeno molto recente

Quarta generazione: fenomeno molto recente ed ancora non frequente che fa statistica nella misura in cui esiste ma che non ha ancora, per sua natura, caratteristiche delineate. Sara’ compito delle Istituzioni italiane quello di incrementare tutti gli strumenti (ad es. insegnamento della lingua italiana, agevolazioni per chi decide di passare un periodo di studio o lavoro in Italia, coinvolgimento nella comunità italiana nel territorio di residenza, ecc.) per fare in modo che questa generazione, ora agli albori (ma questo vale anche per le generazioni precedenti), non sia completamente slegata dal nostro Paese.

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