Il nero dipinto di nero: a Londra John Foot racconta la Marcia su Roma

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All'Anpi di Londra lo storico inglese John Foot e quello italiano Alfio Bernabei.

Camicie nere e Marcia su Roma, all’Anpi di Londra lo storico inglese John Foot presenta i suoi ultimi studi sul Fascismo.

Il Nero dipinto di nero: la Marcia su Roma raccontata dallo storico John Foot

Una pioggia battente accoglie John Foot al suo arrivo nella sede Inca di Islington, a Londra. Lo storico e scrittore inglese, nato e cresciuto a Londra, non ci bada più del necessario. Trova riparo nell’accogliente sala principale del Patronato, dove tutto è pronto per ospitare la serata dal titolo “Fascist violence and its victims”, dove il ricercatore è atteso per un intervento sugli studi che ha condotto sulle violenze con cui le Camicie nere ottennero e mantennero il potere in Italia.

John Foot è uno dei massimi esperti internazionali di storia italiana ed è attualmente a capo del dipartimento di Italianistica dell’Università di Bristol. Nel corso della sua lunga carriera ha pubblicato innumerevoli saggi e libri sulla storia del nostro Paese – concentrando i propri studi su temi diversi, dalla storia del calcio italiano alla battaglia per la riforma dell’assistenza psichiatrica voluta da Franco Basaglia.

Negli ultimi anni l’accademico britannico si è dedicato allo studio delle violenze perpetrate dai fascisti prima, durante e dopo la presa del potere. Il risultato di queste ricerche è raccolto nel libro “Blood and Power. The rise and Fall of Italian Fascism”, uscito nel Regno Unito lo scorso giugno e da qualche giorno in libreria nella versione italiana “Gli anni neri. Ascesa e cadut del Fascismo”.

Il recente centenario della Marcia su Roma la manifestazione armata eversiva nella quale i fascisti raggiunsero la capitale, minacciando la presa del potere con la violenza – ha riacceso il dibattito sulle efferate azioni squadriste ed ha offerto lo spunto per l’incontro, organizzato e promosso dalla sezione Anpi di Londra.

Nel suo intervento, Foot racconta di aver ricostruito le vite di alcuni antifascisti partendo dallo studio dei dossier con cui le Camicie nere schedavano gli oppositori.

“Alcuni di questi faldoni sono composti da centinaia di pagine – spiega il professore – e raccolgono i minuziosi rapporti di ogni attività privata e pubblica svolta dai soggetti interessati, con date ed orari riportatati regolarmente”.

Unendo il materiale reperito in questi archivi ad ulteriori ricerche storiche, Foot ha riportato alla luce l’efferata violenza esercitata dai fascisti sugli oppositori. Tra le storie emerse da questi studi, colpisce il caso dell’avvocato Tito Oro Nobili, dirigente socialista di Terni. Oro Nobili subì circa quindici aggressioni nei due anni che precedettero la Marcia su Roma. I fascisti gli resero la vita impossibile: il suo studio fu saccheggiato, i suoi documenti legali bruciati. Fu costretto a fuggire a Roma, ma non bastò. Venne successivamente rapito e torturato, fu espulso dall’ordine degli avvocati ed infine spedito al confino.

Foot evidenzia come la violenza esercitata dagli squadristi non fosse solo fisica ma anche psicologica. I dissidenti erano spesso soggetti ad umiliazioni pubbliche: Giuseppe Emanuele Modigliani, socialista e pacifista livornese noto per la lunga barba che portava orgogliosamente, venne più volte aggredito per strada e assalito con forbici, nel tentativo di rasarlo pubblicamente. Francesco Misiano, parlamentare e tra i fondatori del Partito Comunista Italiano, fu estromesso dal Parlamento con la forza, rasato e costretto a sfilare con un cartello al collo per le strade di Roma. Durante il proprio intervento, lo storico mostra anche una fotografia di Misiano immortalato a fini propagandistici dopo l’aggressione: il parlamentare è inerme, circondato da un gruppo di Camicie nere che lo espongono come un trofeo.

Foot sottolinea come la violenza perpetrata dai fascisti lasciò segni indelebili anche su familiari e amici delle vittime.

Brutalità di questo livello generano sofferenze che possono segnare famiglie per generazioni”, spiega l’accademico.

All’intervento segue la discussione moderata dallo storico Alfio Bernabei, autore di “L’estate prima di domani”, libro basato su eventi storici avvenuti in Galles e connessi alla Marcia su Roma. Dal pubblico si chiede come i diretti discendenti del Partito Nazionale Fascista siano stati in grado di tornare recentemente al governo del paese con la vittoria elettorale di Fratelli d’Italia.

John Foot spiega come il fascismo non sia mai stato completamente debellato e ricorda alcuni casi in cui uomini cardine della dittatura vennero riabilitati in breve tempo dall’Italia repubblicana. “Un caso eclatante fu quello del giurista Gaetano Azzariti, voluto a capo del Tribunale della Razza da Mussolini. Dopo la caduta del fascismo Azzariti fu riabilitato dalla nuova classe politica italiana. Nel 1957, venne nominato presidente della Corte Costituzionale. Un busto di Gaetano Azzariti si trova tutt’ora al Palazzo della Consulta”.

Dal dibattito emerge come la violenza fascista, unica nel suo genere e nella sua efferatezza, non venga generalmente rimarcata o ricordata nella cultura popolare italiana. Se si escludono documentari e libri di storia, si conviene che a livello cinematografico non ci sono film conosciuti che documentino o rimarchino l’efferatezza delle azioni squadriste. Nel film di Dino RisiLa Marcia su Roma” l’avvento del Fascismo viene vissuto in chiave tragicomica e la brutalità delle Camicie nere è invisibile.

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