Hide and Seek in scena al Park Theatre di Londra può essere definito come un’esperienza teatrale immersiva della durata di 85 minuti. La pièce è ambientata in una grotta in una località italiana non specificata, dove si svolgono eventi drammatici, affrontando temi scottanti quali bullismo, discriminazione, omofobia e cyberbullismo.
È impossibile per lo spettatore non essere emotivamente coinvolto
È impossibile per lo spettatore non essere emotivamente coinvolto e non riconoscere il talento di Loris Scarpa e Nico Cetrulo nelle rispettive interpretazioni di Gio e Mirko, soprattutto per chi ha affrontato situazioni simili a quelle rappresentate.
Gio si nasconde per sfuggire alle angherie subite a scuola, dalla società e dai social media. Il suo disagio è evidente nello sguardo sfuggente, nel modo in cui “tormenta” le maniche della felpa, che continua a tirare giù fino ai palmi delle mani, e nella titubanza quando parla con Mirko.
Nell’oscurità della platea, lo spettatore si sente parte della profondità della caverna stessa
Nonostante la confusione emotiva di Gio, emerge anche una grande lucidità nella pianificazione, che si manifesta nel preparare le cose da portare nella grotta, come il kit di pronto soccorso, e nel mettere a punto strategie per continuare la sciarada della sua scomparsa.
Quando Mirko entra in scena illuminando la grotta con la torcia del cellulare, sembra essere il suo opposto: ha idee per il suo futuro, è popolare a scuola e alle prese con i primi problemi di cuore. È figlio del suo tempo e conforme a ciò che lo circonda, ma questa sicurezza è solo una dimostrazione di apparente superiorità.
Nell’oscurità della platea, lo spettatore si sente parte della profondità della caverna stessa, testimone inerme di un continuo ribaltamento di chi è il ”forte” nella situazione.
Questo crea una sorta di illusione sulla direzione della narrazione fino all’epilogo, quando i protagonisti sono costretti a liberarsi delle maschere che indossano. È una decisione inevitabile, oppure no? Il pubblico dovrà aspettare fino alla fine per scoprirlo.
Questa intuizione dell’autore, unitamente alla leggerezza dei momenti di umorismo dei dialoghi costruiti anche per rispecchiare l’età dei personaggi, accompagna il pubblico verso riflessioni sulle tematiche trattate.
La drammaturgia affronta un aspetto sociale di cui occorre essere consapevoli per cercare di capire e aiutare gli adulti di domani
La regista Carlotta Brentan è riuscita a tradurre fedelmente queste caratteristiche in questa nuova produzione in lingua inglese in cui la drammaturgia affronta un aspetto sociale di cui occorre essere consapevoli per cercare di capire e aiutare gli adulti di domani.
Il progetto teatrale della Zava Productions è in programmazione al Park Theatre fino al 30 marzo. Cosa state aspettando? Assolutamente da non perdere!