Arriva al Park Theatre Hide and Seek: una storia che parla di appartenenza, identità, bullismo

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Hide and Seek di Tobia Rossi
Hide and Seek di Tobia Rossi (copyright Mariano Gobbi)

Reduce dal successo del 2023 al Vault Festival, la pièce ritorna a teatro dal prossimo mercoledì con molte novità, a partire dallo script.

Dal 12 al 30 marzo al Park Theatre (park90)

Da mercoledì la Zava Productions in collaborazione con Lorenzo Mannelli e Park Theatre ripropone la drammaturgia Nascondino di Tobia Rossi (Premio Fratti 2019,In Scena! Italian del Theatre Festival di New York). Alla regia Carlotta Brentan che ne ha curato anche la traduzione.

Come ci confermano la produttrice Sabrina Zavaglio e la regista Carlotta Brentan, Tobia Rossi è un autore sempre pronto a rimettersi in gioco.

‘Ha rielaborato alcuni momenti e ha rintrodotto alcuni dettagli alla storia di Gio e Mirco che nella precedente esperienza, per limiti di spazio e tempi scenici imposti dal festival, era stata un po’ ridimensionata’

Le dinamiche della storia si sviluppano in una piccola località in Italia, e affronta tematiche come il pregiudizio sessuale e il bullismo

Le dinamiche della storia si sviluppano in una piccola località in Italia, e affronta tematiche che (ahimè) vanno ben oltre ai confini nazionali, come il pregiudizio sessuale e il bullismo.

Hide and Seek di Tobia Rossi
Hide and Seek di Tobia Rossi (copyright Mariano Gobbi)

Nella storia Gio scappa dalla società, dalla famiglia, ma specialmente dalla scuola…Si nasconde in una caverna, dove viene scoperto dal compagno di classe Mirco, tra i più popolari ragazzi della scuola. Mentre all’esterno tutti sono impegnati nella ricerca del ragazzo scomparso, tra i due accade qualcosa. La grotta diventa il posto dove possono essere loro stessi.

Nel racconto teatrale cosi’ come nella realtà ci si sente soli, non capiti

C’e davvero bisogno di nascondersi per farsi ascoltare?

I protagonisti sono adolescenti, un’età in cui si sperimenta la costruzione della propria identità, capire che adulto si vorrà essere, confrontarsi con quello che la società reputa diverso. Tutto questo suscita sconforto, spaesamento, confusione. Nel racconto teatrale cosi’ come nella realtà ci si sente soli, non capiti.

Questo ha un forte impatto sulla salute mentale e ora come non mai, in un momento storico dove il delirio social definisce chi e come dobbiamo essere per essere ‘popolari’, è importante sensibilizzare su queste tematiche e raggiungere proprio l’audience dei più giovani.

‘Spero che i giovani riescano ad immedesimarsi’

Altresì un richiamo agli adulti, un monito ai genitori per una maggiore apertura e sensibilità nei confronti dei comportamenti degli adolescenti.

Non tutto può essere etichettato come ‘umori dell’età’, ma piuttosto segnali di richiesta di aiuto

Non tutto può essere etichettato come ‘umori dell’età’, ma piuttosto segnali di richiesta di aiuto.

Per gli individui più fragili le conseguenze possono arrivare ad essere irreparabili; lo leggiamo nei giornali, o in alcuni casi può toccarci da vicino.

Come e’ accaduto a Nico Cetrulo (Mirko nella produzione) che da qualche anno e’ speaker per la charity Doherty’s Destiny con la quale svolge attività rivolte alla salute mentale, volte anche alla prevenzione di suicidi nella comunità locale:

‘Se questo spettacolo può essere di aiuto, anche solo ad una persona, potrò sentirmi soddisfatto e dire che ne e’ valsa la pena’

Un sentimento condiviso da tutti gli operatori coinvolti nella produzione e dalle associazioni italiane e inglesi sostenitrici (Il Circolo – Italian Cultural Association, The Sylvia Waddilove Foundation UK, Com.It.Es di Londra and BIS – British Italian Society, Gendered Intelligence).

 

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