A Feel the yarn il 13 e 14 luglio i produttori di filati italiani presentano a buyer e fashion designer le novità della stagione Autunno-inverno 23-24.
Feel the yarn London, i migliori filati italiani si presentano al mercato britannico
Tappa londinese, il 13 e 14 luglio alle Galleries della chiesa riconvertita di One Mariylebone, per Feel the Yarn, il trade show dei filati italiani che permette a 29 espositori di presentare le novità del settore per la stagione Autunno/Inverno 23-24.
Il trade show, che segue quello dello scorso febbraio dedicato alle collezioni primavera estate, è organizzato dal Consorzio Promozione Filati e da Agenzia-ICE, sarà articolato in due giornate: il 13 luglio dalle 10 alle 18 ed il 14 dalle 9 alle 17 ed offrirà la possibilità ai buyers del settore tessile, fashion designer e stilisti britannici di apprezzare ed esplorare nuove opportunità di business con gli espositori italiani presenti.
I filati made in Italy, un successo che cresce nel mercato britannico
I produttori di filati italiani si sono conquistati nel tempo una posizione di leadership nella fornitura di filati di pregio alle imprese britanniche, che rappresentano il quarto mercato europeo per importanza e che importano oltre il 55 per cento del loro fabbisogno.
Il settore tessile britannico, diventato primo al mondo sin dall’inizio della Rivoluzione industriale e poi declinato nel tempo, è oggi in piena ripresa, è uno dei più dinamici del Regno, e ha una produzione annua valutata 6,7 miliardi di sterline e articolata in ogni genere di tessuti, sia di pregio che tecnici e specialistici, per labbigliamento, interior design, utilizzi medici e militari.
Inoltre, si stima che le turbolenze e le criticità dell’ultimo quinquennio siano alle spalle e che l’industria tessile britannica procederà fino al 2027 a un tasso di crescita del 2 per cento annuo.
A trainare, soprattutto la crescita della domanda di qualità proveniente dai segmenti della biancheria per la casa (che vale il 28 per cento del totale), dai tessuti per arredo, tappezzeria e interior design, dai tessuti e stoffe utilizzati dai produttori di biancheria e abbigliamento (quest’ultimo finalmente in ripresa dopo il crollo delle vendite durante la pandemia).
I produttori britannici, che già importano filati per oltre il 55 per cento e si serviranno sempre più di fornitori esteri, importano soprattutto da India, Cina e Turchia, ma l’Italia è da tempo il primo fornitore europeo, e conquista sempre crescenti fette di mercato.
Ma c’è un ulteriore motivo di interesse che impone di puntare i riflettori su Feel the yarn: i più recenti dati dell’interscambio tra Italia e Regno Unito indicano che le esportazioni italiane di filati verso la Gran Bretagna nel primo quadrimestre 2022 sono aumentate del 21% rispetto al primo quadrimestre pre-pandemia 2019, il che è un chiaro segno della forte ripresa dei rapporti rapporti
commerciali tra i due Paesi dopo il brusco rallentamento subito dal settore causato dalla Brexit e dal diffondersi della pandemia.
Le esportazioni di filati italiani verso il Regno Unito nel 2021 sono state pari a oltre 320 miliardi di euro, e nel solo primo quadrimestre 2022 sono state pari a oltre 64 milioni di sterline contro i 53 milioni di sterline del primo quadrimestre 2019.
Le 29 imprese del made in Italy presenti nella splendida chiesa neoclassica oggi usata come suggestivo spazio per esposizioni, dunque, verranno a Londra per rinsaldare i rapporti di fornitura già in essere e per esplorare la possibilità di tessere ulteriori partnership e nuove collaborazioni con buyers di settore, che rappresentano essenzialmente fashion designer e stilisti britannici, nonché le tantissime imprese produttrici di tessuti in cui è frammentato il mercato britannico.
Al workshop Feel the yarn saranno presenti anche rappresentanti dei media e influencer britannici del settore, che visiteranno la mostra collettiva dei filati per venire a tastare il polso della produzione italiana, che è una delle più importanti al mondo, e per intuirne tendenze e linee evolutive.