L’undicesima edizione di The Real Italian Wine & Food di giovedì scorso alle Royal Horticulatural Halls, ha presentato l’eccellenza enogastronomica italiana alle realtà commerciali inglesi.

The Real Italian Wine & Food a Londra per l’undicesima edizione

È stata un grande successo l’undicesima edizione di The Real Italian Wine & Food, trade event patrocinato dal Consolato Generale d’Italia a Londra al quale hanno preso parte anche Agenzia ICE, Confartigianato e Confagricoltura. Una vera e propria vetrina per le aziende vinicole e specializzate nella produzione di tipicità italiane per presentarsi al mercato inglese e cercare un’espansione verso nuovi mercati.

Con oltre settanta produttori partecipanti all’evento, la varietà di prodotti messi in esposizione non è mancata: dai prodotti a lunga conservazione alla porchetta, fino ad arrivare ai babà ed ai panettoni artigianali della Pasticceria Inglima di Canicattì.

Ovviamente non poteva mancare il protagonista indiscusso dell’evento, ovvero il vino in tutte le sue sfumature. A partire dai vini biologici, passando per bianchi e rossi di ogni livello, il Real Italian Wine & Food ha avvicinato produttori italiani e clienti d’oltremanica per favorire lo sviluppo del legame commerciale fra i due paesi e promuovere le eccellenze italiane nel mondo dell’agroalimentare.

In particolare, al tema “Campania, porta di ingresso al sud” è stata dedicata una masterclass tenuta da Richard Ballantyne e incentrata sui principali vini di Napoli e dell’area circostante.

L’organizzazione dell’evento è stata proprio in funzione di questi obiettivi, permettendo alle imprese presenti, tutte di piccole o medie dimensioni, di presentarsi agli importatori britannici alla ricerca di nuovi prodotti dell’industria vinicola e dell’artigianato italiano.

Così ha raccontato l’evento Alfredo Romaniello di Best Italian Selection, una delle aziende che ha preso parte a The Real Italian Wine & Food:

“L’affluenza all’evento è interessante, speriamo veramente di riuscire a far conoscere il nostro marchio e la qualità dei vini che esponiamo. Non è la prima volta che ci affacciamo al mercato britannico, ma per i nostri vini questo è un esordio oltremanica: la speranza è quella di trovare un importatore che si interessi a questi ultimi”.

ICE e le associazioni di categoria fondamentali per la ricerca di sbocchi esteri per le eccellenze Made in Italy

Il contributo degli enti e delle istituzioni, sia in Italia che a Londra, è stato fondamentale per la realizzazione dell’evento e per la creazione di uno spazio nel quale le piccole e medie imprese italiane potessero presentare al meglio i propri prodotti, in molti casi approcciandosi per una prima volta al mercato britannico.

Stiamo cercando nuovi mercati che valorizzino il nostro prodotto,” ha spiegato Luigi Mandarino dell’azienda agricola e salumificio Mandarino. “Per arrivare a Londra è stato fondamentale il dialogo con Confartigianato ed Agenzia ICE, che ci hanno contattato per essere qui presenti in ottica di internazionalizzazione”.

È un impegno, quello di ICE e delle associazioni di categoria, che ha di fatto collegato la realtà delle piccole e medie imprese italiane con quella del mercato dell’import britannico, offrendo innanzitutto una vetrina per prodotti di nicchia ed eccellenze affermate della cultura enogastronomica italiana, ed in secondo luogo un trampolino di lancio per permettere alle aziende di permeare il mercato inglese, aprendosi così allo sviluppo ed al commercio internazionale.

“Abbiamo suppoortato per la terza volta consecutiva questa importante manifestazione – ha spiegato alla vigilia dell’evento il direttore di Ice Londra Giovanni Sacchi – ma quest’anno accompagnando due grandi delegazioni, un gruppo di imprese del settore vino e ortofrutta capitanato dal presidente di Confagricoltura e un gruppo di circa 25 aziende che fanno capo a Confartigianato, in uesto caso di prodotti alimentari da forno, tradizionali, pasta, olio e anche vino. E’ una iniziativa assolutamente B2B quindi interamente finalizzata alla ricerca di contropoarti che si è dimostrata interessante per le nostrePmi perché per uncosto contenuto hanno l’opportunità di avere incontri one-to-one con circa 300 figure professionali che operano in questo settore essenziale per il nostro export”.

Qui la dichiarazione del direttore dell’Ice Londra Giovanni Sacchi:

 

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