Matteo Massagrande espone alla Pontone i dipinti ispirati a Van Gogh

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Si intitola The Mine and the Trees, Gli alberi e la miniera, la mostra di Matteo Massagrande che apre alla Pontone Gallery dal 5 novembre.

Matteo Massagrande ospite di Pontone Gallery con la mostra Gli alberi e la miniera

Si intitola The Mine and the Trees, Gli alberi e la miniera, la mostra di dipinti dell’artista Matteo Massagrande che apre i battenti il 5 novembre e prosegue fino al 5 dicembre presso la Galleria Pontone di Londra (74 Newman Street, London W1T 3DB, prenotazione della visita sul sito)

L’illustre pittore italiano Matteo Massagrande ha prodotto una serie di dipinti ispirati a Van Gogh, e in particolare alcuni passaggi di lettere che scrisse al fratello Theo. All’inizio di quest’anno queste opere sono state esposte ad “Attorno a Van Gogh” che ha affiancato la grande mostra “Van Gogh. I Colori Della Vita‘ messo insieme dall’eminente curatore Marco Goldin, che ha coinvolto Massagrande e ha messo in moto lo sviluppo di questi nove dipinti.

Si tratta di una sequenza di opere liriche, soffuse di associazioni personali, cariche di peso emotivo e attaccamento, e sono il risultato della ricerca di Massagrande di vedere accanto a Van Gogh e accompagnarlo nelle sue spedizioni pittoriche. E camminare al passo con Van Gogh porta Massagrande a scoprire nuovi e gratificanti percorsi di indagine artistica.

Massagrande setaccia la corrispondenza di Van Gogh alla ricerca delle descrizioni del paesaggio che risuonano con la sua risposta emotiva al luogo. Quelle di Vincent sono forense pittoriche, descrivono le qualità della luce e del colore e la natura specifica e l’aspetto di alberi, fiori e topografia.

Massagrande trova gli equivalenti nel suo archivio di motivi personalmente significativi. Elabora composizioni di punti di riferimento e luoghi che conosce e ama, che sono speciali ed evocative e hanno qualità formali in comune con quelle di Van Gogh.

Ne emergono molte correlazioni abbastanza sorprendenti: il dipinto di MassagrandeLa Vigna Nell’ Orto‘, ad esempio, è un’interpretazione quasi letterale di un brano di una poesia che Van Gogh racchiuse in una lettera del marzo 1884: “qui in giardino, al riparo dal vento, dove nessun fiore sbocciava, tutte le aiuole di cavoli e le viti sovrastanti”.

Come sempre con questo pittore, il metodo è accurato e rigoroso. La sua abilità nel disegno esemplare stabilisce un modello spazialmente coerente su cui appende le sottigliezze di tono e colore in tocchi e toppe otticamente-analitiche, che si fondono in una materialità sontuosamente realizzata. Non lo vediamo dipingere come Van Gogh. Non si tratta di un pastiche, ma di una tecnica conquistata a fatica e un processo incessante che dimostra la propria profonda integrità. I suoi mezzi scrupolosi realizzano un fine espressivo.

L’albero è portatore di significato per Van Gogh come per Massagrande

L’albero è onnipresente, un’immagine ricorrente e insistentemente enfatica. Per entrambi gli artisti è un portatore di significato. Massagrande scrive del suo amore per gli alberi e del legame comune che condivide con Van Gogh.

Per Massagrande sono uno sprone alla memoria, la loro crescita e decadenza analoga alla nostra, la loro sopportazione in contrasto con la nostra caducità. Si rallegra dell’esistenza indipendente dell’albero, della sua forza vitale e della sua capacità di recupero paziente e fertile.

Se c’è una pietra di paragone per questa mostra, essa è certo ‘Gli Alberi e la Miniera‘, che mostra giovani alberelli che spuntano dal pavimento di un edificio abbandonato, una risposta al dipinto di Van Gogh della miniera di Marcasse nel Borinage, in Belgio, dove ha trovato la sua vera vocazione di pittore. È un’immagine di fecondità e di trasformazione.

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