Si scrive Atobius, si legge incontri: ecco il racconto del viaggio degli allievi della Dante Society di Loughborough a Dolianova in Sardegna.
Festival Atobius: incontri in Sardegna degli allievi della Dante Loughborough
A metà ottobre vi avevamo raccontato di un gruppo di studenti di lingua italiana che dall’Inghilterra stavano per arrivare in Italia, per la precisione in Sardegna, dove avrebbero partecipato a una settimana diversa dal solito, per imparare la lingua, visitare dal vivo i luoghi più caratteristici, vivere un’esperienza che non avrebbero mai dimenticato.
Sono gli studenti di italiano della Dante Alighieri Society Loughborough, capitanati da Gianluca Fanti, presidente della Dante e insegnante di lingua italiana in UK, che ha deciso di celebrare la Settimana della Lingua Italiana nel Mondo, portando il suo gruppo di studenti (quattordici allievi tra i 45 e gli 83 anni, di quelli che scelgono di studiare una lingua straniera per passione, che viaggiano molto, pieni di interessi da coltivare) proprio in Italia, per far vivere loro un’esperienza unica, a contatto con gli abitanti del posto, ricca di ricordi che resteranno incancellabili nelle loro vite.
L’occasione è stata creata grazie alla quarta edizione del Festival Atobius, che si è svolto a Dolianova, nel Sud Sardegna, dove, ad attendere il gruppo di allievi provenienti da Loughborough accompagnati dal Presidente Fanti e da sua moglie Amanda, componente britannica del comitato organizzativo della Dante stessa, c’erano gli altri due massimi artefici dell’iniziativa, senza il cui contributo fondamentale questa “vacanza-studio esperienziale” non sarebbe nata: Maura Mattana direttrice della Scuola di italiano L’Accademia di Cagliari e Alessandro Picciau presidente dell’Associazione Culturale Atobius di Dolianova.
Perché è proprio grazie a loro tre (Gianluca, Maura e Alessandro) che questa iniziativa ha avuto successo: un progetto di scambio culturale e didattico, portato inizialmente dalla Sardegna nel Regno Unito nel 2019, e poi ricambiato in senso contrario.
ATOBIUS in lingua sarda significa INCONTRI. E sono questi, gli incontri che gli studenti britannici hanno avuto per tutta la settimana, a rappresentare il cuore vivo e pulsante di questa esperienza: lezioni all’aperto, in cantina, in caseificio per imparare terminologie specifiche dando un volto, un’immagine, una consistenza a tutto quanto appreso fino a quel momento solo in teoria, rendendo questa esperienza indimenticabile, non solo sotto il profilo didattico, ma anche e soprattutto sotto il profilo umano.
Sia per gli allievi tornati a casa, con il sole e i sorrisi della Sardegna, saldi nei loro cuori, sia per coloro i quali sono riusciti a creare questa magia unendo le rispettive forze: Gianluca Fanti, Maura Mattana, Alessandro Picciau.
Ci siamo fatti raccontare da ciascuno di loro cosa ha significato Festival Atobius 2024.
Gianluca Fanti: E’ stato un bello scambio, emozionante
“La settimana è stata strutturata già dal primo giorno con una visita guidata, poi durante la settimana abbiamo pianificato dei laboratori per conoscere i prodotti locali. Gli studenti hanno fatto lezione di italiano la mattina all’aperto, quindi fuori dall’aula, parlando con gli abitanti del posto, con la possibilità unica di praticare la lingua.
Poi ci siamo spostati in laboratori specifici per gli studenti, dove si fanno le tagliatelle tradizionali di Dolianova, si producono i cestini tradizionali, i cuscini per le sedie, dove si assaggia il vino locale, e infine il ballo sardo a cui gli studenti prendono parte.
La giornata finale è stata quella che celebra in maniera vera e propria il Festival Atobius.
Alla mattina gli studenti hanno ricevuto l’attestato di partecipazione dal Sindaco della cittadina, Ivan Piras: è stato un bel momento, che si è svolto nella Sala Comunale, dove gli studenti hanno ringraziato in italiano.
E’ stato un bello scambio, emozionante.
Poi da quel momento c’è stata giornata libera e a partire dal pomeriggio la piazza si è riempita. Quest’anno c’è stato il sostegno della Regione Sardegna e del Comune di Dolianova.
E’ stato un lavoro di gruppo, gli studenti hanno potuto partecipare alla festa di paese. Ci sono state le bancarelle dove comprare il cibo, c’è stato il ballo tradizionale sardo, ci sono state le maschere di Carnevale tipiche della Sardegna, quindi non solo della città di Dolianova.
Per le lezioni ci siamo appoggiati a L’Accademia di Maura Mattana: la scuola ha messo a disposizione dieci ore durante la settimana, nel corso dei cinque giorni, gli insegnanti quindi sono stati quelli di questa scuola di italiano.
E le lezioni non sono state solo in aula, ci sono state lezioni in cantina (dove il vocabolario è inerente al vino) dopodiché c’è stata la visita vera e propria alla cantina; lo stesso si è fatto in caseificio; e lo stesso al mercato di San Benedetto a Cagliari, che è uno dei mercati più grandi in Sardegna ma è anche stato per anni uno dei più grandi in Europa. Al mercato gli studenti hanno parlato con i venditori, chiacchierando con loro alle bancarelle, quindi hanno imparato il vocabolario praticandolo poi sul luogo”.
Gianluca Fanti Presidente della Dante Alighieri Society di Loughborough.
Maura Mattana: Non è un viaggio, ma un’esperienza
“Siamo stati invitati a Loughborough e ci siamo andati la prima volta nel 2019; Gianluca di ha dato la possibilità di proporre il progetto alle sue classi, quindi c’è stato il primo viaggio e da allora vengono da noi ogni anno.
Si tratta di cose che noi facciamo anche a scuola regolarmente, i nostri studenti vengono da noi, stanno in classe, poi una o due volte la settimana li portiamo a fare lezione sul campo.
Abbiamo anche un progetto che si chiama “Quattro Passi” in cui si fa solo lezione in giro per la città, con le insegnanti che preparano delle attività, comunque didattiche, e poi fanno lezione in base al luogo dove si recano (l’orto botanico, il cimitero monumentale, tutti i luoghi caratteristici della città). Quindi abbiamo creato un programma ad hoc per Dolianova, all’interno del festival, dove gli studenti fanno solitamente la prima lezione all’interno del loro bed & breakfast perché sono seduti ai tavoli e l’insegnante ha anche modo di conoscerli.
Dopodiché fanno lezione in cantina, per la terza lezione a volte abbiamo fatto un’attività in giro per Dolianova, altre volte al mercato a Cagliari dove c’è uno dei mercati più grandi d’Europa, in cui noi facciamo già attività regolarmente. L’ultima lezione è solitamente al caseificio, e si tratta di attività in cui si presentano, ad esempio, modi di dire o si leggono storie ispirate ai formaggi. In caseificio poi c’è la degustazione.
Questi studenti sono anzitutto molto curiosi del fatto di vedere dal vivo tutto quanto, a prescindere dalla classica lezione sui materiali didattici che trovano in Inghilterra. Poi il fatto di fare lezioni che hanno un riscontro concreto, che permettono loro di utilizzare subito quello che imparano, rappresenta una vera e propria immersione, non si tratta della classica lezione frontale con gli esercizi. Alla fine vengono riconosciuti anche in giro per la città. Sono davvero partecipi. L’apprendimento, quando è legato a delle emozioni positive, è sempre molto più efficace.
Noi abbiamo sempre una chat che usiamo per questioni pratiche, organizzative, e quando queste persone vanno via ci sono sempre messaggi di ringraziamento per tutto. Poi ci emozioniamo anche noi, tenendo conto che ogni volta c’è un lavoro enorme sia prima che dopo. Quest’anno hanno scritto una lettera in italiano, di ringraziamento, l’hanno letta quando abbiamo fatto la consegna dei certificati.
Dalle loro parole è trasparsa proprio l’emozione di aver partecipato a un progetto di questo tipo, di essere stati parte di una comunità, di essere stati accolti non come clienti a cui vendere qualcosa. Loro sentono che noi facciamo il nostro lavoro con passione.
Si sentono curati, sentono l’attenzione che noi mettiamo in tutte le cose che facciamo perché stiano veramente bene con noi, e non sia semplicemente un viaggio, bensì una vera e propria esperienza”.
Maura Mattana, Direttrice della Scuola di italiano L’Accademia di Cagliari.
Il festival Atobius, Alessandro Picciau: Il piacere dell’accoglienza
“Questa settimana di scambio culturale è andata molto bene, siamo tutti soddisfatti, è un progetto che cresce di anno in anno.
Abbiamo cominciato nel 2019 con un piccolo finanziamento del Comune di Dolianova, grazie a questo siamo potuti andare in Inghilterra dove con l’aiuto di Gianluca siamo andati a parlare nelle classi di studenti di italiano.
Abbiamo promosso un viaggio culturale in Sardegna e da lì poi è nata questa manifestazione che si ripete ogni anno e che si chiama Festival Atobius.
Umanamente questo tipo di esperienza ci lascia il piacere di fare qualcosa di bello per le persone, sia per quelle che vengono e passano con noi una settimana come se fossero in vacanza a casa di amici o parenti, sia per gli abitanti locali.
E’ bello sentire che ci sono delle persone a cui piace soggiornare in mezzo a noi. E’ un momento di arricchimento per entrambe le parti.
Negli occhi di queste persone io leggo sempre il bisogno di aprirsi agli altri, di stare in compagnia, che è qualcosa che va oltre una semplice vacanza, che magari le persone fanno per distrarsi, ma è qualcosa che li rende in qualche modo più consci di quanto sia bello essere impegnati nel fare delle cose come quelle che proponiamo noi, perché probabilmente presi dal “qui e ora” si godono il momento senza pensare alle preoccupazioni quotidiane, trovano un ambiente in cui si sentono a loro agio, diversamente non tornerebbero in un luogo che è sconosciuto al turista.
Invece queste persone tornano due, tre volte a fare le stesse attività perché si sentono parte di una famiglia”.
Alessandro Picciau, Presidente dell’Associazione Culturale Atobius a Dolianova.