Civilization, in mostra a Londra le foto che parlano del nostro mondo

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Alla Saatchi Gallery di Chelsea è ancora possibile, fino al 17 settembre, ammirare Civilization, mostra storica che ripercorre i fili visivi della vita straordinariamente complessa e in continua evoluzione dell’umanità in tutto il mondo, attraverso gli occhi di 150 tra i fotografi migliori del globo.

Civilization: le foto che parlano del nostro mondo

Alla Saatchi Gallery di Chelsea a Londra è ancora possibile, per altri 5 giorni,  ammirare Civilization, mostra storica che ripercorre i fili visivi della vita straordinariamente complessa e in continua evoluzione dell’umanità in tutto il mondo, attraverso gli occhi di 150 tra i fotografi migliori del globo. 

Caratterizzato da molte immagini inedite, Civilization riconosce le diverse culture materiali e spirituali che compongono le società globali di oggi, in Europa, Asia, Australia, Africa e Americhe. Esplorando una vasta gamma di argomenti, dai nostri grandi successi uniti ai nostri fallimenti collettivi, Civilization: The Way We Live Now evidenzia la complessità e le contraddizioni della civiltà contemporanea.

La mostra è concepita come un viaggio attraverso otto capitoli tematici che descrivono il nostro mondo, dove siamo arrivati oggi e pone gli interrogativi per il futuro, che vede la globalizzazione distruggere le culture, ma anche la tecnologia come speranza per il miglioramento delle condizioni umane:

Si parte con il capitolo 1, HIVE: dove viviamo. Per descriverci come siamo oggi per passare poi al capitolo 2, ALONE TOGETHER: come ci relazioniamo gli uni con gli altri, in una serie di fotografie che descrivono la solitudine del nostro tempo super connesso da media e dispositivi. Poi c’è FLOW: il capitolo 3 su come muoviamo i nostri corpi e i nostri beni, seguito da PERSUASION: il potere di influenza descritto attraverso le fotografie, sui mass media e sul potere istituzionale e finanziario.

Al capitolo 5 c’è ESCAPE: come ci rilassiamo, una descrizione del tempo libero occidentale, fatto di spiagge popolate come città, alienazione della natura e ricezione della vita quotidiana di un mondo affollato, senza pause.

Il capitolo 6, CONTROL: è dedicato al mantenimento dell’ordine e della disciplina, attraverso i reportage fotografici sui tutori dell’ordine dei poveri, controllori della disciplina in un mondo di proteste contro l’ingiustizia.

Al capitolo 7 ROPTURE: rottura e disordine del sistema, con foto di tecnologie da demolire e rottamare.

Infine NEXT, capitolo 8 sui nuovi mondi all’orizzonte, la speranza in un futuro migliore all’orizzonte.

La mostra è a cura di William A Ewing e Holly Roussell Perret-Gentil, e chiuderà i battenti questa domenica, 17 settembre.

Tantissimi i fotografi in primo piano, tra cui Andreia Alves de Oliveira, Murray Ballard, Olivo Barbieri, Sonia Lenzi, Carlo Valsecchi, e Massimo Vitali.

Il curatore William Ewing è autore, docente e curatore di fotografia ed ex direttore del Musée de l’Elysée di Losanna. Ha curato le mostre della Serpentine, la Whitechapel e Barbican Galleries, alla Photographer’s Gallery, al Welcome Institute e alla Somerset House.

Holly Roussell è una curatrice e museologa specializzata in fotografia e arte contemporanea dell’Asia orientale. Attualmente è curatrice presso l’UCCA Center for Contemporary Art, a Pechino.

Il progetto è diretto da Todd Brandow, Direttore esecutivo, alla Foundation for the Exhibition of Photography di Minneapolis / Lausanne, e Bartomeu Mari, Direttore, Museum of Modern and Contemporary Art, a Seoul, in Corea.

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