La sera di mercoledì 28 Febbraio, presso l’Istituto Culturale Italiano di Londra, in collaborazione con Il Circolo Italian Cultural Association, Italian Medical Society of Great Britain, e Dottore London si e’ affrontata la tematica della mental health attraverso l’organizzazione della Round Table on Navigating Youth Mental Health.
L’obiettivo era quello di accendere un faro, grande e luminoso, sulle difficoltà che affrontano molti adolescenti di oggi e sugli aiuti necessari, finora assolutamente insufficienti, che le famiglie di questi ragazzi meritano di ricevere per imparare a gestire una situazione tanto complessa quanto nuova e inaspettata. Specialmente all’indomani del periodo di una pandemia mondiale.
Presenti all’evento professionisti messi in campo da Italian Medical Society of Great Britain e Dottore London
All’invito a partecipare attraverso il sito web de Il Circolo hanno risposto in tanti, e la serata è andata sold-out. D’altra parte le aspettative della sala piena non sono state disattese, probabilmente anche grazie alla presenza di alcuni tra i migliori professionisti messi in campo sia da Italian Medical Society of Great Britain che da Dottore London: Chiara Colonnelli e Francesca Tagliente (Consultant Child and Adolescent Psychiatrists); Virginia Veruma (Specialist Clinical Psychologist). A moderare la serata Lorenzo Gragnani, Presidente di Italian Medical Society of Great Britain, e Stefano Di Rico, Youth Mental Health Campaigner e YoungMinds Activist.
Partendo da una visione collettiva (e spesso sommaria) del concetto stesso di salute mentale è emersa la primaria necessità di fare chiarezza nel comune modo di pensare, popolato da una quantità di misconceptions, ossia di idee sbagliate sull’argomento:
– i problemi di salute mentale sono un segno di debolezza, impossibile che i bambini possano averne perché in fondo non hanno nulla di cui preoccuparsi;
impossibile che anche gli adolescenti possano averne, in realtà la loro è solo una ricerca di attenzione; non si dovrebbe discutere di salute mentale con bambini e adolescenti perché ciò potrebbe mettere loro in testa delle strane idee –
La primaria necessità è di fare chiarezza nel comune modo di pensare
Solo alcune delle osservazioni che spesso vengono condivise ad alta voce e potenzialmente possono influenzare chi non e’ esperto in materia. In realtà la stessa società civile con tutte le sue sfaccettature negative e’ la prima ad impattare sulla salute mentale.
Esistono sei “aree chiave” in cui andare ad indagare per cercare di capire come affrontare il disagio
Ma come riuscire a capire se un adolescente sta iniziando a sviluppare un problema di salute mentale? Ci sono sei “aree chiave” in cui andare ad indagare per cercare di capire come affrontare il disagio: la sfera relazionale, quella emozionale, quella comportamentale, la comunicativa, quella dell’apprendimento e quella legata alle attività quotidiane.
Osservando i cambiamenti d’approccio e di comportamento nell’ambito di queste sei aree funzionali si possono iniziare a captare le prime avvisaglie: in che modo i nostri ragazzi gestiscono le loro relazioni sociali? Riescono a mostrare le proprie emozioni? Tendono ad essere spesso iperattivi? Riescono a concentrarsi sullo studio? Dormono più del solito? Mangiano volentieri, oppure no? Mostrano rabbia nei loro comportamenti abituali?
Disturbi d’ansia e mutismo selettivo sono tra i principali fenomeni riscontrati nei ragazzi molto giovani quando si hanno problemi in famiglia, quando si viene allontanati forzatamente da un genitore, quando questi bambini vivono la netta e terribile sensazione di non essere importanti per nessuno, di essere quasi un peso, perché nessuno dei “grandi” che popolano la loro vita quotidiana sembra dare importanza ai loro sentimenti, alle loro opinioni, alla loro stessa esistenza.
In questi casi la miglior cura è dare al ragazzo e/o alla ragazza ciò di cui hanno più bisogno: la sicurezza
E spesso, purtroppo, queste condizioni psicologiche si ripercuotono esternamente provocando nel bambino o nell’adolescente delle vere e proprie sofferenze di carattere fisico (fiato corto, tensione muscolare, nausea, mal di testa, solo per citarne alcune). In questi casi la miglior cura è dare al ragazzo e/o alla ragazza ciò di cui hanno più bisogno: la sicurezza. Sicurezza di essere amati e compresi, di poter vivere una situazione sociale e personale che possano ricondurre ad un comportamento equilibrato. L’iniziale mancanza di certezze scatena inevitabilmente uno squilibrio.
L’approccio consigliato per gestire una situazione di questo tipo è la CBT (Terapia Cognitivo Comportamentale), che nel caso di ragazzi molto giovani vede coinvolti regolarmente anche i genitori, o chi ne fa le veci. Il tutto per evitare che si arrivi ad una scelta farmacologica vera e propria, che avviene in ogni caso previa accurata e opportuna valutazione da parte di uno psichiatra specializzato nella cura della salute mentale giovanile.
La depressione affligge il 2,8% di ragazzi al di sotto dei 13 anni di età e il 5,6% di ragazzi di età compresa fra i 13 e i 18 anni
I cardini di assistenza mirata ai problemi di salute mentale adolescenziali riguardano anche la depressione che affligge il 2,8% di ragazzi al di sotto dei 13 anni di età e il 5,6% di ragazzi di età compresa fra i 13 e i 18 anni.
La depressione è dunque due volte più comune negli adolescenti, sebbene possa verificarsi anche nei bambini più piccoli.
Le ragazze adolescenti hanno maggiori probabilità di manifestare fenomeni di depressione; nei ragazzi adolescenti la depressione si presenta in modo diverso (cambiamento di comportamento, aumento dell’irritabilità).
La depressione può anche complicare i disturbi alimentari, nonché quelli dello spettro autistico e l’ADHD
La Condizione dello spettro autistico (ASC) si manifesta attraverso deficit persistenti nella comunicazione e nell’interazione sociale, modelli di comportamento, interessi o attività ristretti e ripetitivi, aderenza inflessibile alla routine quotidiana, iperattività o iporeattività agli input sensoriali dell’ambiente.
I sintomi sono generalmente presenti nelle prime fasi dello sviluppo ma possono manifestarsi pienamente solo nel momento in cui le richieste sociali superano le capacità limitate. Questa condizione si presenta quattro volte più spesso nei maschi e colpisce circa l’1% della popolazione, con percentuali che si discostano di poco tra UK e Italia.
L’ASC (Condizione dello spettro autistico)non è un problema di salute mentale
Come aiutare i bambini con ASC? Con la psicoeducazione, un’adeguata attività di consulenza sulle strategie genitoriali, un programma di adattamento all’ambiente sociale e fisico in cui si vive, e di interventi psicosociali (strategie basate sul gioco e sulla comunicazione reciproca).
Ma, attenzione: l’ASC non è un problema di salute mentale. I bambini che vivono questa condizione possono avere una buona salute mentale come chiunque altro.
La storia è piena di persone famose in condizione di ASC: gli artisti Michelangelo e Mozart, gli scienziati Darwin e Einstein, la poetessa Emily Dickinson, e per arrivare ai giorni nostri, personaggi come gli imprenditori Bill Gates (Microsoft), Steve Jobs (Apple), Elon Musk (X).
La Sindrome da deficit di attenzione e iperattività (ADHD) è un modello persistente di disattenzione e/o iperattività-impulsività che interferisce con lo sviluppo dell’individuo
La Sindrome da deficit di attenzione e iperattività (ADHD) è un modello persistente di disattenzione e/o iperattività-impulsività che interferisce con lo sviluppo dell’individuo.
Nei casi di disattenzione conclamata si fatica a prestare e a mantenere l’attenzione, a seguire le istruzioni, ad organizzare i compiti evitando di impegnarsi in quelli che richiedono uno sforzo mentale, si tende a perdere gli oggetti, a distrarsi facilmente, ad essere smemorati.
Nei casi di iperattività/impulsività, l’irrequietezza si manifesta anche al livello fisico (fatica a restare seduti, necessità di correre/muovendosi eccessivamente) e nell’incapacità di giocare o impegnarsi in silenzio, a parlare incessantemente, ad avere difficoltà nell’attendere il proprio turno per intervenire in una conversazione, interrompendo in maniera costante.
A conferma di una diagnosi di ADHD i sintomi devono persistere per almeno sei mesi e devono manifestarsi prima dei 12 anni di età. Una condizione che incide pesantemente sulla qualità della vita lavorativa, scolastica e sociale in genere.
Come aiutare bambini e adolescenti con ADHD? Con psicoeducazione, consigli mirati sulle strategie genitoriali, modifiche ambientali adeguate mirate a ridurre al minimo l’impatto dell’ADHD sulla vita quotidiana (disposizione dei posti a sedere, modifiche dell’illuminazione e del rumore, riduzione delle distrazioni, periodi di concentrazione più brevi con pause di movimento).
E poi, con un programma di formazione dei genitori in caso di problemi di condotta, una CBT (Terapia Cognitivo Comportamentale) per supportare le abilità sociali con i coetanei, la risoluzione dei problemi, l’autocontrollo, le capacità di ascolto attivo, la gestione e l’espressione dei sentimenti. Senza dimenticare una dieta equilibrata e l’esercizio fisico regolare, oltre che una terapia farmacologica – ove necessaria – impostata e approvata dallo specialista incaricato.
La prima regola per affrontare tali situazioni è innanzitutto parlarne
Anche l’ADHD non è un problema di salute mentale: i bambini affetti da ADHD possono avere una buona salute mentale. Il mondo dello spettacolo e dello sport è popolato da personaggi con sindrome ADHD: i musicisti e attori Justin Timberlake, will.I.am, Emma Watson, Mark Ruffalo, Lily Allen e Johnny Depp, la ginnasta olimpionica Simone Biles, la star Paris Hilton.
Ci sono diverse parole chiave per capire come gestire al meglio questo tipo di situazioni e aiutare le famiglie ad affrontare al meglio un compito così difficile. La prima, da cui tutto parte, è: PARLARNE. Sempre, e senza stancarsi mai. E’ stato il principale obiettivo della serata promossa da Il Circolo, e la risposta incoraggiante del pubblico ha dato ragione. C’è bisogno di un aiuto serio, concreto, e costante. Perché bambini e adolescenti sono il nostro futuro, e non è solo una frase fatta.