Fine del lock-down, il Regno Unito riparte il 29 marzo

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In Regno Unito si riparte e si ritorna all’aria aperta dopo mesi di lock-down. Una luce che illumina, il 29 marzo,  il via al progetto di riaperture post Covid pensato dal governo britannico.

29 marzo: prima tappa in UK verso la riapertura del Paese. E si ricomincia a vivere

Il 29 marzo il Regno Unito è inondato di una luce diversa dal solito, e non soltanto per il bel tempo. È la luce della speranza quella vissuta dagli inglesi nel Regno a inizio settimana. La stessa luce di cui parlava di Montale quando scriveva del giallo dei limoni, e a cui pensava Fitzgerald quando si immedesimava nel suo Gatsby e che invano tentava di afferrarla, questa luce, purtroppo sempre troppo distante. E in Europa effettivamente è ancora distante.

In Regno Unito invece la luce è vicina, così come la fine del tunnel. In UK cambia infatti la musica e dalle note tragiche di gennaio si passa a melodie che viaggiano sull’allegro andante, perché la spirale pandemica che sembrava non finire mai sta giungendo al termine. Infatti, il lock-down che in Inghilterra era cominciato a inizio anno è finito, e si può finalmente ricominciare a vivere.

A porre fine all’isolamento è la prima fase delle quattro tappe pensate dal governo inglese per la riapertura del Paese. Infatti, il 29 marzo il Regno ha compiuto il primo passo sulla strada verso la libertà annunciando un primo allentamento delle restrizioni.

Stop all’obbligo “Stay at home” – “Restare a casa”. Ecco le nuove misure

Con l’inizio della primavera, torna quindi anche la possibilità di respirare aria fresca. Il governo ha annunciato infatti la ripresa degli sport all’aperto, e la fine dell’obbligo di rimanere a casa. Riaprono quindi i centri sportivi per sport come tennis e golf, e i famosi “lido” londinesi, e cioè piscine all’aperto per chi apprezza nuotare al fresco. Rimangono vietati tutti gli sport al coperto.

Oltre all’esercizio fisico, consentiti all’aperto anche i ritrovamenti con gli amici purché si rispetti il limite massimo di 6 persone. Possibile anche formare un gruppo di numero superiore a 6 purché le persone all’interno dell’assembramento appartengano a soli 2 nuclei famigliari. Via quindi alla possibilità di organizzare picnic e passeggiate in parchi e giardini, che nelle giornate di lunedì 29 e martedì 30 marzo si sono riempiti di famiglie e amici dato anche l’estremo bel tempo, che di rado si vede nella capitale della pioggia.

Copyright: Rebecca Faioni

Esiste l’inconveniente che l’accesso a molti dei giardini privati all’interno dei complessi condominiali richieda di entrare all’interno del complesso, e dunque in un edificio chiuso, prima di entrare nel giardino. Il governo si raccomanda quindi di rispettare a maggior ragione le norme di sicurezza, e cioè distanza minima di 2 metri e mascherina, norme che bisogna in qualunque caso continuare ad osservare.

Al chiuso è permesso incontrare esclusivamente chi fa parte del proprio nucleo famigliare o della propria bolla di supporto. Fanno eccezione le scuole elementari e medie che avevano riaperto già l’8 marzo. Per quanto riguarda invece le università, possono ricominciare in presenza solamente i corsi che richiedono la presenza sul campus per esercizi che prevedono l’applicazione pratica delle nozioni teoriche. Tutti gli altri corsi hanno invece l’obbligo di continuare tramite lezioni online.

Anche per quanto riguarda il lavoro il governo si raccomanda di continuare a lavorare da casa, e quindi la maggior parte degli uffici rimangono chiusi. Restano poi chiusi negozi, parrucchieri, pub e ristoranti, e palestre. C’è però l’eccezione del cibo da asporto che è invece consentito.

Tutti bloccati nel Regno che chiude le porte, almeno fino al 17 maggio.

Per quanto riguarda poi gli spostamenti, da lunedì è vietato lasciare il Paese se non per motivi urgenti quali motivi di lavoro, funerali, parenti e famigliari in condizioni critiche, o per motivi legati all’ambito educativo che richiedano la presenza della persona interessata.

Invece, ai residenti all’estero che si trovano in UK non è più data la possibilità di dare come motivazione del rimpatrio il rientro presso la propria sede di residenza. Chi non rispetterà il divieto di lasciare il Regno Unito sarà passabile di una penale fino a 5.000 £ di multa.

Secondo quanto riporta Sky News la decisione sulla ripresa dei viaggi internazionali è rinviata al 17 maggio e dipenderà dai tassi di contagi e mortalità, dalle varianti Covid-19, e dall’andamento della campagna vaccinale in Regno Unito e nel resto del mondo. Rinviate quindi a fine maggio le decisioni per le vacanze estive.

La strada verso la libertà: le prossime tappe saranno il 12 aprile, il 17 maggio e il 21 giugno

12 aprile: si passa alla fase 2

La prossima fase sulla strada verso la libertà sarà il 12 aprile. Il blocco di riaperture previsto riguarda i negozi “non essenziali”, parrucchieri, e edifici pubblici come biblioteche e centri sociali. Anche le palestre hanno ricevuto semaforo verde per riaprire, però ci si potrà andare solo se da soli, o con persone del proprio nucleo famigliare. Riapriranno poi anche i punti di attrazione all’aperto come gli zoo, i parchi a tema, e i cinema drive-in.

Autorizzati a riaprire anche i locali pubblici adibiti a ricezione e accoglienza. Si parla quindi di bar, pub e ristoranti che dopo mesi di chiusura perlopiù in rosso possono ritornare nel business del ristoro, seppure rimanga l’obbligo di servire solamente all’aperto. Un’altra condizione per la riapertura dei locali di ristorazione è che i clienti dovranno essere seduti al tavolo secondo la regola di “table service” (servizio al tavolo) così da evitare assembramenti in piedi. Tolto però il coprifuoco delle 10.

17 maggio: ritrovi permessi anche al chiuso

Dal 17 maggio il governo allarga la manica e concede la mano, nella speranza che non ci si prenda poi il braccio. E cioè lascerà alla discrezione e ragionevolezza degli inglesi la decisione delle modalità per i ritrovamenti all’aperto. Però resterà vietato formare gruppi superiori alle 30 persone. Ci si potrà anche finalmente incontrare al chiuso con un limite massimo di 6 persone, o gruppi superiori purché i componenti del gruppo appartengano a soli 2 nuclei famigliari.

I locali di ristoro potranno poi riprendere il servizio al coperto, così come gli altri locali pubblici di ricezione e accoglienza. Cinema e teatri potranno anche loro finalmente riaprire i battenti al pubblico, che dopo mesi di film guardati su Netflix e Amazon Prime, potrà tornare al grande schermo. Apriranno le loro porte anche hotels, ostelli e B&B.

21 giugno: il Regno punta alla normalità

Il governo punta a tornare alla normalità dal 21 giugno con l’allentamento delle rimanenti restrizioni e della distanza sociale di 2 metri, che fino al solstizio d’estate dovrà continuare a essere rispettata.

Annunciata anche l’idea di riaprire persino nightclub e discoteche.

Johnson uno di noi: “Anch’io potrò tornare a giocare a tennis!”

Insomma, di strada ancora da fare ce n’è però si inizia a intravedere la meta, che fino a tre mesi fa nemmeno si riusciva a sognare. Per ora gli inglesi si godono queste tre giornate di sole e calore estivo che viaggia sui 20 gradi e sfruttano i vantaggi dati dalla prima fase del progetto il 29 marzo. Stesi supini sull’erba e con un libro in mano o un pallone tra i piedi, affollano Hyde Park, uno dei parchi caratteristici di Londra, e sorridono per il riacquisto di un po’ di quella libertà che era stata tolta loro lo scorso marzo.

Intanto però il primo ministro inglese Boris Johnson continua a raccomandarsi prudenza e cautela, perché sì la meta la si vede all’orizzonte però le variabili da tenere in conto sono molte. E quindi nel discorso di lunedì che ha inaugurato le prime riaperture si è espresso così:

“Ricordate che stare all’aperto è molto più sicuro che stare al chiuso e l’unico modo per continuare a seguire la strada verso la libertà tramite il progetto per le riaperture è quella di continuare a rispettare le regole. E ricordate: mani, faccia, spazio e aria fresca”.

Al motto nazionale “hands, face, space” – mani, faccia, e spazio – si è quindi aggiunta una nuova quarta componente: l’aria fresca. Nel discorso anche il primo ministro è apparso contento: anche lui affetto dal bel tempo di Londra, ha dichiarato che tornerà finalmente sul campo da tennis.

“Sono personalmente emozionato di poter di nuovo giocare a tennis. Spero che potremo trarre vantaggio da questo momento e dal tempo meraviglioso di questi giorni per fare sport, esercizio fisico, per divertirsi e in questo modo continuare a costruire la forza di resilienza nazionale.”

La campagna vaccinale inglese come una corsa senza soste: Londra conta finalmente 0 morti. E il Regno è più avanti dell’Europa

Il premier ringrazia poi anche i medici perché l’intero progetto per tornare alla normalità dipende dall’andamento della campagna vaccinale, che nel Regno Unito sta viaggiando con il vento in poppa. Infatti, grazie agli sforzi degli ospedali e dell’NHS (il servizio pubblico britannico per la sanità), oltre 30 milioni di adulti sono stati vaccinati in Inghilterra, oltre il 50% della popolazione. Il sistema di vaccinazione, che funziona in base a fasce d’età, ha infatti completato la vaccinazione della categoria 50-59 e si appresta a dare il via alla vaccinazione dei quarantenni.

Il primo ministro ha però detto che prima di vaccinare i più giovani, si punterà a garantire la seconda dose del vaccino per i più anziani e per i più vulnerabili. Johnson ha infatti definito il mese di aprile come il “mese della seconda dose”.

“È chiaro che vaccinare i più anziani e vulnerabili sta aiutando a diminuire il tasso di mortalità e di ricoveri ospedalieri, e quindi ora vogliamo rafforzare la loro protezione con una seconda dose. Aprile sarà per molti il mese della seconda dose.”

E Johnson ci vede giusto perché anche i dati e le statistiche governative supportano la tesi. Proprio il 28 marzo le vittime di Covid sono diminuite da 24 a 19 in tutta l’Inghilterra, e il 29 marzo a Londra si sono registrati oltre che 0 morti, anche 0 nuovi casi di positività secondo quanto riportato dalla BBC. Dati tutto sommato incoraggianti per la capitale, se si tiene conto che all’inizio della pandemia Londra era stata la città a cui era stata affibbiata la lettera scarlatta perché epicentro della malattia e focolaio virale.

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